di Cecilia Gallotta
“Non parteciperemo ai nuovi bandi Cas”. La dichiarazione di Cidas arriva a metà dell’assemblea dei soci, che ha radunato circa 800 persone nella sala del Cinema Apollo per celebrare i quarant’anni della cooperativa e fare il punto sul primo bilancio dopo la fusione con Camelot dello scorso dicembre.
“Sul decreto sicurezza non abbiamo dato un giudizio di merito” afferma il presidente Daniele Bertarelli motivando la decisione con la “diminuzione degli accolti nei Cas a seguito dell’entrata in vigore dei nuovi accordi internazionali e decreti ministeriali”, sintetizza diplomaticamente.
“C’è la piena consapevolezza dell’impatto occupazionale che ciò potrebbe comportare”, ma a questo proposito i dati di Cidas fanno ben sperare perché l’occupazione ha un grosso segno più nel bilancio dell’ultimo anno, che vede 461 assunzioni (217 in più rispetto al 2017) per un totale di 1579 occupati, di cui 1117 soci. E in un Paese dove l’Istituto Nazionale di Statistica dà occupato il 72% degli uomini contro una donna su due, Cidas può vantare le quote rosa dei propri lavoratori, di cui il 74, 3% sono donne, in larga parte a tempo indeterminato, nella fascia d’età compresa fra i 30 e i 50 anni.
I 57 milioni di fatturato e la crescita sul piano dell’innovazione “dovuto anche alla fusione con Camelot” ha portato Cidas a collocarsi “fra le prime 15-20 cooperative italiane” afferma il presidente Bertarelli, illustrando i sei settori di attività, divisi fra il servizio agli anziani – che copre la fetta maggiore con oltre 24 milioni di fatturato – alla disabilità, alla tutela dei minori all’inclusione e al lavoro, alla società e diritti, nonché il trasporto sanitario.
Esempio a proposito di innovazione è il progetto europeo Rebuild Ict, che la cooperativa si è aggiudicata con l’obiettivo di sviluppare tecnologie che aumentino le possibilità di integrazione dei migranti; ancora, Cidas varca i confini locali con il servizio di trasporti sanitari presso l’ospedale di Piacenza, e la presenza interregionale viene rafforzata con il consorzio Tecla, l’agenzia del lavoro per facilitare l’attivazione di servizi qualificati per badantato, babysitteraggio o servizi a domicilio.
“Il prossimo biennio sarà tutt’altro che semplice – paventa il presidente – ma dobbiamo essere orgogliosi. Ci eravamo promessi di essere in tanti, e oggi siamo riusciti ad esserlo”.
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