Cronaca
25 Giugno 2019
La madre e il padre del giovane ucciso: "Preoccupati per il processo di appello. Nostro figlio è stato distrutto psicologicamente e fisicamente"

Omicidio Cenci, i genitori ai giudici: “Non alleggerite la pena di Eder”

di Redazione | 3 min

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Marcello Cenci

“Siamo molto molto preoccupati che il giudice in appello possa ridurre la pena dell’assassino di nostro figlio”: sono questi i timori dei genitori di Marcello Cenci, il 32enne ferrarese ucciso a Valencia dal suo ex amico e rivale in amore Eder Guidarelli, al termine di un folle viaggio in automobile da Ferrara alla città spagnola la notte del 1° luglio 2017. Con l’avvicinarsi del processo d’appello per Guidarelli, condannato a 30 anni per omicidio ma senza il riconoscimento delle aggravanti per premeditazione e legittima difesa, la madre e il padre del ragazzo ucciso hanno scritto un appello pubblico per chiedere alle autorità giudiziarie di non alleggerire la condanna di Guidarelli, ‘scampato’ all’ergastolo attraverso la scelta del rito abbreviato (che ha ridotto di un terzo la pena).

“Per il 13 ed il 14 novembre di quest’anno è stata fissata la data per il ricorso in  appello dell’assassino di nostro figlio Marcello, al fine di ottenere una riduzione di pena e quant’altro, compreso il riconoscimento della seminfermità mentale – scrivono i genitori di Cenci -. I Pubblici Ministeri Savino e Volta hanno depositato ricorso avverso la sentenza del giudice di primo grado che non ha riconosciuto  la premeditazione dell’assassino e la minorata difesa di nostro figlio Marcello in quel tragico momento. E non è cosa di poco conto”.

I due coniugi si dicono preoccupati per la possibilità di una riduzione della pena da parte del giudice d’appello, “e che gli riconosca anche altre attenuanti senza tenere conto che gli atti di stalking e le minacce verbali e scritte verso nostro figlio, lo hanno distrutto fisicamente e psicologicamente, fino ad arrivare ad ucciderlo, con l’intenzione prima  di ridurlo completamente disabile su una sedia a rotelle (come si evince dagli atti processuali). Con la totale fiducia nella professionalità del nostro avvocato Bordonaro Valentina, confidiamo anche sulla professionalità del giudice di appello affinchè confermi la condanna a trent’anni, già ridotta per la concessione del rito abbreviato richiesto dall’assassino, escludendo in questo modo l’ergastolo”.

“L’omicidio è il reato più grave che una persona possa commettere – è l’amara conclusione dei due genitori – e l’omicida deve essere giudicato in quanto tale, specialmente in questo caso dopo vari atti di violento e grave stalking, dopo un viaggio di 1500 km per raggiungere nostro figlio Marcello, dopo avere negato per sette mesi di essere lui, Eder Guidarelli, il responsabile della morte del nostro Marcello. Se fosse possibile ricorreremmo anche noi ma non verso la giustizia umana, ma ricorreremmo per ridare la vita a Marcello, perché quelle mani dell’assassino non avevano il diritto di chiudersi sul collo di nostro figlio. Ricorreremmo anche se il nostro ricorso è già stato perso… nostro figlio Marcello non sarà mai più con noi”.

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