Politica
8 Maggio 2019
Il segretario comunale della Lega offende giornalista e testata. Le reazioni della politica locale e della Federazione nazionale della stampa

Il sindacato dei giornalisti a Lodi: “Gli insulti e le minacce sono il chiaro tentativo di cancellare le voci critiche”

di Redazione | 5 min

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Ha fatto discutere anche oltre le mura di Ferrara l’uscita volgare e grossolana del segretario comunale della Lega contro un giornalista (definito “verme”) e una testata, i cui componenti sarebbero a suo dire squallidi e opportunisti”.

Nicola Lodi, con non troppo coraggio, ha evitato accuratamente di fare nomi, creando confusione e ambiguità sull’identità dei destinatari di insulti e intimidazioni.

Abbiamo dovuto attendere la pubblicazione dell’articolo che riguarda il  passato giudiziario del segretario comunale della Lega di Ferrara, e un tempo congruo per la replica (le domande sono state inviate ieri mattina e l’articolo con accenni sul relativo contenuto era stato annunciato la settimana precedente), prima di dare conto di quanto successo.

Solo così era possibile far capire ai lettori il motivo della sfuriata via facebook. Il nostro giornale aveva avvisato con largo anticipo il diretto interessato sul contenuto dell’articolo che sarebbe uscito. Un articolo che rispecchia la ratio della stessa legge 3 del 2019 (la “spazzacorrotti”, voluta anche dalla Lega, per consentire un voto consapevole sui candidati).

Questo per consentirgli adeguati tempi di replica e per evitare spiacevoli sorprese in piena campagna elettorale. Su richiesta della Lega, inoltre, abbiamo acconsentito a posticipare l’uscita dell’articolo per non compromettere la festa che il Carroccio ha tenuto in città con l’arrivo di Salvini lo scorso 3 maggio.

Anziché sfruttare il tempo per prepararsi a rispondere sul suo passato, Lodi ha giocato di anticipo ed è uscito su Facebook con un post ricco di insulti per – immaginiamo – tentare di legittimare il giornale che stava per pubblicare qualcosa per lui certamente spiacevole.

Abbiamo evitato di abbassarci a quel livello e, come detto, gli abbiamo chiesto di rispondere ad alcune domande e a chiarire la sua posizione, per garantirgli il diritto di replica immediato e contestuale.

Venendo invece al post, che ha fatto gridare allo scandalo anche la Federazione nazionale della stampa italiana, Lodi se la prende con un nostro collaboratore esterno. La vicenda tra i due non è chiara nei dettagli nemmeno a noi ed appartiene in gran parte – immaginiamo – ai reciproci rapporti tra i due, anche se espressioni come “verme” e la minaccia di aspettarlo sotto lo scalone municipale travalicano qualsiasi concetto di civiltà.

Fatto sta che l’intervento scomposto di Naomo ha creato un caso, con interventi di politici avversi che ne stigmatizzano modi e contenuti.

A cominciare da Aldo Modonesi del Pd, secondo cui “c’è una politica seria e c’è altro. Il capolista della Lega Nicola Lodi attacca duramente un giornalista e un giornale senza citarli. Ma con un tono che è quello che ben conosciamo, quello del “metodo Naomo”. Oggi chiama “verme” un professionista e cerca di intimidirlo dicendo che lo aspetterà sotto lo scalone del Municipio per deriderlo pubblicamente; domani potrebbe toccare a qualsiasi altro giornalista che ha la sola colpa di fare il suo mestiere sollevando dubbi e ponendo domande”.

Modonesi si rivolge quindi al candidato sindaco leghista Alan Fabbri, che “come sempre, tace. Da lui mi sarei aspettato una presa di posizione forte, perché qui non si sta parlando di politica o campagna elettorale ma di un diritto sacrosanto sancito dalla nostra Costituzione. Ma lui prende ordini dalla Lega e quindi tace”. Lo stesso vale per “il capolista di una delle civiche a suo sostegno, Andrea Maggi, anche lui giornalista” e per il “capolista di un’altra civica della coalizione, Riccardo Forni, giornalista e addirittura presidente dell’Associazione Stampa di Ferrara. E questi sarebbero gli uomini che vogliono amministrare Ferrara?”.

Una risposta, seppur deviante dal tema, arriva da Maggi, che sostiene di non conoscere la vicenda e risponde “con un sorriso, il sorriso di chi non intende essere strumentalizzato” e di chi “non intende entrare in una polemica sterile”.

Per Roberta Fusari di Azione Civica “chiunque sia la persona, qualunque sia il giornalista al quale si rivolge il sig. Nicola Lodi detto Naomo, ha il mio rispetto e la mia considerazione. Le parole del Sig.Nicola Lodi non hanno nessuna giustificazione. E credo che nel periodo di campagna elettorale siano ancora più gravi perché sono l’esempio di come qualcuno vorrebbe rappresentare la nostra città. Ma del resto lo conosciamo bene, e conosciamo i suoi metodi”.

Articolo Uno condivide le parole della Fusari e ritiene “particolarmente grave quando in una campagna elettorale si usano minacce, offese e intimidazioni. Ancor più quando queste sono rivolte ad esponenti dell’informazione”.

Ai rappresentanti del centrosinistra si aggiunge anche una presa di distanza che arriva dallo stesso schieramento di Lodi, Fratelli d’Italia, che con Balboni chiede al segretario leghista di scusarsi.

Per Fnsi e Aser invece è “un attacco inaccettabile quello del capolista della Lega a Ferrara Nicola Lodi che sta cercando di delegittimare un giornalista ed una testata locale senza tuttavia mai citarli. In un post su Facebook scrive di ‘vigliaccheria e non professionismo’, definisce il collega ‘un verme’ e gli promette di aspettarlo sotto lo scalone del palazzo comunale ‘dove davanti a migliaia di ferraresi sarà deriso’. Aggiunge infine che una querela non lo intimidisce».

La Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Associazione Stampa Emilia-Romagna ricordano all’esponente locale della Lega che «insultare i giornalisti significa attaccare il concetto stesso di libera stampa e, cioè, il diritto di ogni cittadino ad essere informato, condizione alla base dell’articolo 21 della Costituzione. Gli insulti e le minacce sono il chiaro tentativo di cancellare le voci critiche, per lasciare spazio alla propaganda populista e alla disinformazione. Il capolista della Lega accetti il confronto democratico: le giornaliste e i giornalisti della città emiliana non si lasceranno intimidire e continueranno ad assicurare ai cittadini il diritto ad essere informati», conclude il sindacato.

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