“L’enigma di Omero” torna in digitale: la lezione immortale di Claudio Cazzola
Dopo numerose ristampe, il saggio di Claudio Cazzola sul mondo omerico torna in versione ebook, disponibile su tutte le principali piattaforme
Dopo numerose ristampe, il saggio di Claudio Cazzola sul mondo omerico torna in versione ebook, disponibile su tutte le principali piattaforme
Ultimo appuntamento di ApertaMente, giovedì 15 maggio 2025, dalle ore 9.10 alle ore 11.00, presso la Sala Einaudi dell’Istituto
Ripensare la tradizione comunista partendo dall’esperienza di dieci anni di impegno di Gian Andrea Franchi e dell'associazione Linea d'Ombra con i migranti della "Rotta Balcanica". È quello che si propone di fare il libro "Per un comunismo della cura", scritto dallo stesso Franchi, che verrà presentato alla Biblioteca Popolare Giardino mercoledì 14 maggio alle ore 18
Avrà per tema "Biblioteche in rete: connessioni, cultura, innovazione" la tavola rotonda che il 14 maggio sarà ospitata dalla biblioteca Ariostea nell'ambito del Festival della Progettazione Europea
Il Laboratorio di Filosofia Trascendentale e Fenomenologia (FTF|Lab) del Dipartimento di Studi Umanistici annuncia la presentazione dell’edizione italiana del saggio L’io e la carne. Introduzione all’ego-analisi, pubblicato da InSchibboleth (Roma) a cura di Roberto Formisano (Università di Ferrara).
Domenica 14 aprile (domenica delle Palme) alle 21 presso la chiesa di Santo Spirito (via Montebello), il Coro Polifonico di Santo Spirito eseguirà in occasione dell’inizio della Settimana Santa due capolavori del periodo barocco di Gian Giacomo Carissimi (1605-1674) ed Agostino Steffani ((1654-1728), assieme al consort di strumenti antichi e sotto la guida del suo direttore Francesco Pinamonti.
Il Coro Polifonico di Santo Spirito proporrà l’esecuzione del capolavoro della “scuola romana” Historia Jephtae, oratorio per 6 voci e basso continuo, e dopo una breve riflessione del parroco Padre Massimiliano De Gasperi, lo “Stabat Mater” di Agostino Steffani, per coro a 6 voci, soli archi e basso continuo.
Nominato nel 1629 maestro di cappella della Basilica di Sant’Apollinare del Collegio Germanico Ungarico e insegnante presso lo stesso istituto, Carissimi non volle accettare alcun altro incarico dei molti prestigiosi che gli vennero offerti, finanche la successione di Monteverdi a Venezia.
Ciò nonostante non poté godere del mecenatismo che avrebbe sperato, quello che avrebbe cioè fornito la stampa delle sue opere; giunsero poi il divieto di alienare e dare in prestito le opere del Collegio, cui Carissimi destinò tutta la sua musica alla sua morte, e la distruzione degli archivi di Sant’Apollinare durante le occupazioni di Roma: le sue composizioni sarebbero rimaste nell’oblio, se la fama di cui aveva goduto all’estero non avesse mantenuto copia manoscritta di diverse sue opere.
Nel genere dell’oratorio sacro (termine che venne usato indicando la forma musicale solo nel 1640) Jephte è uno dei capolavori, scritto probabilmente prima del 1649. La storia è tratta dall’Antico Testamento, cap. XI del Libro dei Giudici; si concentra sulla battaglia che Jephte, condottiero degli Israeliti, fece contro gli Ammoniti. Per essere certo di configgerli, fece voto al Signore di sacrificargli in rendimento di grazie la prima persona che gli fosse venuta incontro dopo la vittoria: gli si presentò la sua unica figlia, e alla gioia della vittoria rispose lo straziante dolore per il sacrificio.
Nella produzione del vescovo, diplomatico e compositore Agostino Steffani, Stabat Mater è considerato senz’altro il più potentemente rappresentativo della sua fervente religiosità. Egli stesso, un mese prima di morire, lo descrisse come la sua ultima composizione e soprattutto come il proprio capolavoro. Si tratta di un magnifico esempio di drammaticità in musica, sul testo tradizionalmente attribuito a Jacopone Da Todi, in cui alle arie, ai duetti e trii risponde un imponente presenza del coro.
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