Politica
10 Aprile 2019
Il coordinatore dei 'bersaniani' ferraresi: "Serve discontinuità col passato, ma il nostro avversario rimane la destra"

Mdp – Articolo 1 verso la lista unica con Fusari: “Saremo un ponte tra politica e società”

di Ruggero Veronese | 4 min

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Partiti e liste civiche non devono contrapporsi, ma sfruttare i reciproci punti di forza per migliorare e rendere più aperta l’offerta politica. È questa – in sintesi – la convinzione di Francesco Vinci e dei rappresentanti ferraresi di Mdp – Articolo 1, che già dai primi di marzo hanno ufficializzato il proprio appoggio alla candidatura di Roberta Fusari, senza nascondere le proprie critiche al Pd per aver voluto “abbandonare il tavolo delle forze di centrosinistra” puntando sul “candidato di partito” Aldo Modonesi.

Dopo un mese che ha visto il ritiro dalla competizione di diverse liste civiche, il portavoce di Mdp è più che mai convinto della scelta fatta, che porterà con ogni probabilità i ‘bersaniani’ di Articolo 1 a confluire in un’unica lista insieme ai civici radunati da Fusari, piuttosto che a formarne un’altra ‘in appoggio’ all’attuale assessore all’urbanistica: “Sono dettagli che stiamo definendo in questi giorni – spiega Vinci -: ci sono alcuni nodi da sciogliere, ma credo che ci siano le condizioni per un’unica lista”.

La scelta di Articolo 1 è dovuta a motivazioni sia politiche che ‘strategiche’, perché Fusari viene vista più vicina alle istanze di sinistra rispetto al “centrista” Modonesi, oltre che elettoralmente più forte in un eventuale ballottaggio contro al candidato del centrodestra Alan Fabbri. O forse sarebbe meglio dire della destra, dal momento che Vinci ci tiene a chiarire che “il nostro avversario politico non è Modonesi, ma la destra, dove qui a Ferrara fa da padrone Lega, insieme a Fratelli d’Italia, mentre Forza Italia è ormai una componente assolutamente marginale”.

È anche per questo motivo che secondo il portavoce di Articolo 1 “Fusari avrebbe più possibilità di Modonesi, perché è una candidatura più trasversale e che rappresenta una svolta rispetto alla storia di questa città. Credo sia molto importante che ci sia una contaminazione tra liste civiche e partiti, che non possono fare a meno gli uni delle altre: il civismo offre la possibilità di aprirsi alla società, mentre i partiti offrono competenze diverse e la possibilità di avere contatto con fasce di elettori che altrimenti resterebbero irraggiungibili”.

Da questo punto di vista Fusari resta secondo Vinci la candidatura “più trasversale”, in grado di dare discontinuità ma senza rinnegare l’opera delle ultime amministrazioni: “Parto da un presupposto – spiega il coordinatore di Mdp -: non bisogna buttare il bambino con l’acqua sporca. Quindi non abbiamo mai detto che l’ultima amministrazione ha svolto un lavoro negativo, ma riteniamo che ci debba essere un approccio diverso per quanto riguarda la partecipazione nelle istituzioni, superando anche quel modello un po’ verticistico da ‘un uomo solo al comando’ che si vede nelle aziende pubbliche, come nella Holding Ferrara Servizi”.

Una discontinuità che quindi non deve andare a intaccare le azioni positive che si sono viste nell’ultimi anni, come invece Vinci teme possa accadere in caso di una vittoria di Alan Fabbri: “Ora la Lega sta mostrando il ‘volto buono’, dopo che un mese fa si parlava di eliminare tutto ciò che poteva essere sinonimo di ‘sinistra’ come i festival dei Buskers e di Internazionale. È simbolo di una città che si vuole chiudere in se stessa ed è un approccio che mi spaventa. Credo che ci siano molte persone che non si fidano più del Pd ma che condividono questi timori rispetto alle politiche della Lega, ed è anche per questo che un candidato civico come Fusari ci sembra la scelta più adatta per Ferrara. Perché anche il Pd non ha voluto convergere su di lei? Me lo sono chiesto anche io, ma a rispondere dovrebbero essere i suoi segretari a livello comunale e provinciale (Baraldi e Calvano, ndr)”.

La “contaminazione” tra partiti e civismo, anche all’interno della stessa lista, può rappresentare quindi in questa fase storica l’offerta politica più adatta, non solo per Ferrara: “Prendiamo il caso di Pizzarotti: prima era col Movimento 5 Stelle, poi ha fatto il civico e adesso ha fondato un partito. Tutti iniziano dall’essere civici, ma poi c’è bisogno di darsi un’organizzazione, oltre al fatto che nasce la necessità di raggiungere parti di popolazione altrimenti irraggiungibili. Da questo punto di vista come Articolo 1 puntiamo a fare da ‘ponte’ tra la politica e il società civile, superando anche quella campagna elettorale fatta per spot e contrapposizioni che sta caratterizzando la comunicazione di Modonesi e Fabbri”.

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