Politica
5 Aprile 2019
La segretaria del Pd di Ferrara risponde all’appello lanciato da Kiwan Kiwan

Baraldi: “Quel tavolo da parte nostra non si è mai chiuso”

di Redazione | 3 min

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Il Pd non ha mai chiuso la porta alla società civile, anzi, ne fa parte. Questa in estrema sintesi la risposta che Ilaria Baraldi, segretaria comunale del Pd, offre a Kiwan Kiwan.

Kiwan, storica anima del Pci di Ferrara e principale esponente del Battito della Città, aveva rivolto su Estense.con un appello a titolo personale al Pd.

Dopo la decisione dei dem di candidare un proprio uomo (Modonesi), nonostante i gruppi civici chiedessero un segnale di apertura con la proposta di una figura civica, la Città che vogliamo, Il Battito e Addizione Civica avevano provato, inutilmente, di trovare un proprio percorso unitario per essere alternativi sia al centrodestra che al Pd. I tre gruppi si sono separati e la ‘Città’ ha optato per la scelta – ancora da ratificare in assemblea – di Roberta Fusari.

In mezzo a tutto questo si inseriva l’appello di Kiwan, al quale Baraldi (qui il testo integrale della sua lettera) fa presente che se si chiede di aprirsi alla società civile “significa – io credo – che si parte dal presupposto che il Pd sia un blocco granitico a sé stante scollegato dai cittadini e dalla comunità che essi compongono, che esiste in quanto tale, in funzione di autoconservazione, per uno scopo evidentemente diverso da quello per il quale esistono i partiti, ossia “rappresentare” persone, esigenze, bisogni, interessi”.

E invece, secondo l’esponente dem, “il Pd è esso stesso una comunità, composta di persone, in larghissima parte (la stragrande maggioranza) di persone che prestano la loro attività in modo volontario e gratuito, me compresa, a tutti i livelli di impegno politico. Sono cittadine e cittadini che abitano Ferrara, godono delle sue bellezze e ne patiscono i suoi limiti, come ogni altro cittadino. Il Pd è la sua base, con tutte le contraddizioni evidenti. È una comunità dentro alla comunità”.

E quella comunità è fatta di persone che “sono al lavoro, da mesi, esattamente e al pari delle altre esperienze civiche (ossia non partitiche) sui temi di questa campagna elettorale, sulle proposte e sulle idee che compongono il progetto per la Ferrara che sarà tra 5, 10, 20 anni”.

Possono quindi queste persone avere bisogni, interessi, sogni e speranze diversi da quelli di tutte le altre persone? “No – è la risposta della segretaria -. Abbiamo aperto al civismo? Sì. Abbiamo cambiato idea? No. Ma dobbiamo concordare su un punto: il civismo è il contrario di personalismo e individualismo. Il civismo coinvolge, aggrega, allarga, amplifica. Quando finisce dove comincia, cioè su un nome, non è civismo”.

Baraldi ricorda anche che “in tutti questi mesi ho, abbiamo, ascoltato e parlato con tantissime persone, partecipato a riunioni, assemblee, gruppi di lavoro dentro e fuori dal Pd. Ho sempre riconosciuto come interlocutori tutti coloro che si stanno impegnando per un progetto che garantisca a Ferrara un governo di centro sinistra. Poiché parliamo e sento parlare di inclusione, è possibile pensare ad una proposta politica inclusiva che escluda la comunità che compone il Partito Democratico? Se concordiamo su questo, e cioè che le elezioni le vinceremo contrastando insieme la visione nostalgica, populista asfissiante della destra, con proposte non identiche, ma compatibili, non occorrerà riaprire alcun tavolo, perché quel tavolo da parte nostra non si è mai chiuso”.

Il confronto tra Pd e gruppi civici si era però interrotto quando la segreteria regionale aveva spiazzato molti interlocutori affermando che il Pd non poteva fare il semplice spettatore alle prossime elezioni, mettendo così una pietra sopra il possibile candidato civico che unisse tutte le anime del centrosinistra.

Ma, per Baraldi il tema vero “è che noi, io e le persone di cui sopra, che sono tante, tantissime, stiamo di qua. La destra, quella vera, sta di là”.

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