Comacchio
20 Marzo 2019
Le ragione del dissenso del consigliere comunale sul progetto di rinaturalizzazione promosso da Sipro e Petroltecnica di concerto con Parco del Delta e Comune di Comacchio

Ex Zuccherificio, il No di Mari (FI): “Riconsiderare i progetti infrastrutturali, darsena e ferrovia”

di Redazione | 3 min

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Comacchio. “Dissenso per due ragioni” dal consigliere comunale Emanuele Mari sul progetto di rinaturalizzazione promosso da Sipro e Petroltecnica di concerto con Parco del Delta e Comune di Comacchio. Il responsabile locale di Forza Italia è l’unico rappresentante della minoranza consiliare, oltre al consigliere Pd Piero Fabiani, che non ha aderito al neonato ‘Coordinamento del Delta’, che riunisce coloro che già avevano unito gli intenti nella battaglia contro la nuova Cercom: “Le mie posizioni differiscono” precisa infatti.

Tornando all’ex Zuccherificio, per Mari sussiste innanzitutto una criticità tecnica: “Il progetto non è autorizzabile perché parzialmente ammesso dal Piano del Parco del Delta (che per quell’area non prevede solo la rinaturalizzazione) e perché in totale contrasto col Piano Regolatore Comunale che, per la medesima area, prevede funzioni infrastrutturali quali la ferrovia con relativa stazione ferroviaria e la darsena portuale a servizio dell’idrovia, destinazioni mai revocate, perciò vigenti”.

“La normativa – aggiunge – prevede inoltre l’obbligo d’intervenire sull’intero comparto di 45 ettari, che comprende anche gli stabili dell’ex zuccherificio, non solo sulla porzione di campagna di 20 ettari, come invece risulta nella proposta progettuale presentata”.

Non manca poi una ragione politica che tiene in piedi il suo No: “A nome di Forza Italia e anche nell’ottica di pianificazioni future, concordo con la conferma della destinazione infrastrutturale dell’area, da sempre pensata come l’unico punto possibile a Comacchio per il collegamento ferroviario con Ostellato e per la realizzazione dell’attracco portuale cittadino dell’idrovia, in particolare nella sua recente connotazione turistica prevista nel ‘Progetto Idrovia Ferrarese.’

Emanuele Mari

Relativamente alla ferrovia, “il cui prolungamento da Ostellato a Comacchio è, sulla carta, da sempre previsto, diversamente dal ‘luogo comune’ di ritenerlo un obiettivo irraggiungibile, va precisato che lo scorso anno la Regione ha programmato fondi per il potenziamento della linea Ferrara-Codigoro, a dimostrazione che il tema nel basso ferrarese non è affatto accantonato: semplicemente non ci riguarda, perché il disinteresse o il finto interesse sull’argomento parte proprio da Comacchio”.

In merito invece al sopracitato ‘Progetto Idrovia Ferrarese’, “è evidente – sottolinea Mari – che Comacchio, quale tratto terminale dell’asse idroviario, non possa restare fuori dagli investimenti e dallo sblocco dei finanziamenti della Comunità Europea su tale progetto, che è in crescita, come dimostra la recentissima inaugurazione del ponte a stralli di Ostellato e alcuni anni fa di quello di Valle Lepri”.

“È palese – conclude – che l’intervento di rinaturalizzazione proposto (della durata di dieci anni), che prevede la costituzione di un presunto habitat naturale con un bosco-garzaia, dossi, distese d’acqua e canali, comprometterebbe per sempre le previsioni di ferrovia e di darsena per l’idrovia, che, ricordo, al fine di dare centralità a Comacchio, sono state sempre sostenute dall’amministrazione comunale che, a questo punto, dovrebbe motivarne l’improvvisa e definitiva rinuncia”.

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