Attualità
17 Febbraio 2019
Dopo aver spiegato i fatti accaduti in Istria successivamente all'armistizio, gli studenti hanno ascoltato i rischi connessi al nazionalismo

“Giorno del ricordo” alla Boiardo, un momento di riflessione con Salvatore Di Grazia

di Redazione | 2 min

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Giorno del Ricordo con Salvatore Egidio Di Grazia alla Boiardo. Profugo istriano con la sua famiglia quando aveva 8 anni, Di Grazia autore, tra le varie sue pubblicazioni, del libro “La valigia per Trieste”, ha incontrato gli alunni delle classi I C, I D e la I F venerdì 15 febbraio nella sede di via Benvenuto Tisi.

Un momento pieno di notizie e informazioni ma anche di emozioni e insegnamenti. Dopo aver spiegato i fatti accaduti in Istria successivamente all’armistizio, Di Grazia ha sottolineato i rischi connessi al nazionalismo e all’imperialismo. Gli estremi del nazionalismo fascista prima e di quello titino poi hanno condotto all’esodo di 350mila italiani costretti a lasciare le loro case e il loro lavoro, ad abbandonare la propria terra e alla tragedia delle migliaia di persone morte nelle foibe del Carso. A questi concetti ha voluto contrapporre quello di Italianità e di Patria che per lui era l’amore per la “sua Capodistria” e a cui si rifanno i ricordi più belli della sua infanzia.

Ha poi portato i ragazzi a riflettere su quella che Hannah Arendt ha definito “banalità del male”, con alcuni ricordi personali: la figura del nonno materno, “un giusto”; la felice e naturale commistione etnica familiare testimoniata dal suo stesso nome: Salvatore in onore delle origini siciliane del padre e Egidio in onore della nonna materna; il simbolo della “valigia” nel titolo del libro che rappresenta sia quella con cui il padre è stato mandato esule in Italia dai suoi stesi compaesani, sia quella con cui il piccolo Salvatore, affidato momentaneamente ad una zia, scappa da solo a Gaeta per nostalgia della sua famiglia profuga; raccontando poi la sua vita di bambino e poi di studente universitario alla Università Cattolica di Milano con poche possibilità economiche, ha portato i ragazzi a riflettere sul fatto che non ci si deve vergognare della povertà ma, piuttosto, della miseria umana: termini potrebbero essere scambiati per sinonimi ma non lo sono affatto.

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