Attualità
18 Febbraio 2019
Pubblicato il vademecum realizzato dal Laboratorio Dos di Unife che 'traduce' in un linguaggio semplice il documento tecnico del Percorso diagnostico terapeutico assistenziale

Sla. Così il percorso di cura a Ferrara si fa più vicino a pazienti e famiglie

di Redazione | 3 min

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Rendere comprensibile il difficile linguaggio tecnico-medico, creando un libretto semplice in cui sono presenti tutte le informazioni necessarie. È questo lo scopo del vademecum, realizzato dal Laboratorio di ricerca in storia e comunicazione della scienza Dos – Design of Science – di Unife, frutto di una proficua collaborazione con soggetti quali l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara, l’Azienda Usl di Ferrara, le associazioni di pazienti Aisla e AssiSla, il Comitato Consultivo Misto dell’Azienda Ospedaliero Universitaria, rivolto ai pazienti affetti da Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) e inseriti nel Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) dell’area provinciale di Ferrara.

Il vademecum (qui una versione scaricabile in pdf) è stato da poco pubblicato dall’Azienda ospedaliera-universitaria di Ferrara e dall’Associazione nazionale di pazienti AssiSla.

Il documento tecnico del Pdta, costruito da Sant’Anna e Azienda Usl di Ferrara, Servizi sociali del territorio e associazioni di pazienti, definisce i piani di cura, coordinati tra i professionisti della salute, tenendo conto delle necessità dei pazienti e delle loro famiglie. Per la complessità dei percorsi terapeutici e assistenziali previsti, è generalmente di difficile lettura per i pazienti e per chi se ne prende cura. È stato pertanto affidato al Laboratorio Dos di Unife il compito di realizzarne una “traduzione” destinata alle persone malate e alle loro famiglie. Ne è nato un vademecum che fornisce tutte le informazioni necessarie in un formato originale di semplice consultazione.

La comunicazione di una diagnosi irreversibile è un momento estremamente delicato per chi la riceve, e il forte stress psicologico ed emotivo che subentra può far sì che non vengano “accolte” e successivamente ricordate tutte le informazioni fornite in merito a un percorso estremamente articolato come quello della Sla. Per pazienti e famigliari diventa allora fondamentale poter disporre di una guida con informazioni pratiche e riferimenti utili ad affrontare ogni fase del percorso, per orientarsi tra i molteplici professionisti e strumenti che intervengono in ambito ospedaliero, domiciliare e socio-assistenziale in risposta ai molti bisogni di una persona malata e di chi la assiste (caregiver).

“Per la progettazione del vademecum – dichiarano Mariasilvia Accardo e Lisa Orlando, del Laboratorio Dos – il contributo delle associazioni di pazienti è stato fondamentale: hanno richiamato la necessità di valorizzare la percezione della persona malata e del suo caregiver per la spiegazione di tutto il percorso. Nel momento del bisogno, per pazienti e famigliari è fondamentale capire rapidamente cosa fare, a quale professionista rivolgersi e come contattarlo. Pazienti e caregiver possono portare sempre con sé il vademecum, per trovare risposte rapide, concise e immediatamente utili grazie a una struttura a indice sotto forma di domande che non richiede necessariamente una lettura sequenziale, ma consente di accedere direttamente ai singoli aspetti del percorso terapeutico”.

“Questo lavoro – concludono Marco Bresadola e Michele Fabbri, direttori di Dos – rientra tra le attività portate avanti dal Laboratorio in ambito di Medical humanities: l’umanizzazione delle cure, la progettazione e l’offerta di servizi sanitari e sociali che siano inclusivi e mettano i pazienti in grado di appropriarsi della loro salute e dei loro bisogni assistenziali, rappresentano un campo di studio per il Laboratorio, che focalizza la propria ricerca sul coinvolgimento nei processi di diagnosi, trattamento e cura non solo di medici e pazienti, ma di tutto il sistema nel quale essi operano unitamente ad altri soggetti (istituzioni, famigliari, associazioni, caregiver, ecc.). La valutazione dell’intera organizzazione comunicativa e relazionale nei sistemi di cura prevede la valorizzazione dei diversi interessi e punti di vista, atteggiamenti conoscitivi e contenuti informativi”.

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