Attualità
13 Febbraio 2019
Presentata all'istiuto Bachelet la ricerca dell’Osservatorio Adolescenti “i ferraresi di domani”. Il giornalista Fubini: "Si aspettano molto dal proprio Paese anche se pare che non riescano a intravedere in cosa possa consistere il proprio personale contributo alla collettività"

Realizzare se stessi. Così cambia la visione del lavoro dai giovani di ieri a quelli di oggi

di Redazione | 5 min

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di Matteo Bellinazzi

I giovani ferraresi vedono nel lavoro uno strumento per la propria realizzazione personale, non leggendolo più, a differenza dei loro nonni, in un’ottica sociale e politica. I tempi cambiano d’altronde, o almeno così sembra di capire dopo lo stimolante pomeriggio di martedì 12 febbraio all’istituto Bachelet di Ferrara dove si è tenuto il seminario dal titolo “Educare alla costruzione del futuro” in cui è stata presentata la ricerca dell’Osservatorio Adolescenti “i ferraresi di domani”, ha avuto come tematica principale quella della visione del futuro da parte degli adolescenti, in particolare quelli ferraresi.

A fare da filo conduttore del pomeriggio è stata Mariateresa Paladino del servizio politiche sociali e socio-educative Regione Emilia-Romagna, la quale ha introdotto gli interventi di Claudio Vagnini, direttore generale Asl Ferrara, Sabina Tassinari, responsabile Promeco e Osservatorio Adolescenti, Paola Castagnotto, ufficio comune integrazione distretto centro nord Ausl Ferrara e coordinatrice del tavolo provinciale adolescenti, e dell’ospite illustre Federico Fubini, giornalista e scrittore, autore del best seller “La maestra e la camorrista.

“Capire come evolvono gli interessi dei ragazzi negli anni”, questo il tema introdotto da Vagnini in apertura del seminario. Tema che è stato approfondito attraverso una ricerca che ha fornito i dati su cui è stato possibile creare un quadro chiaro sui principali problemi presenti, ma soprattutto, futuri delle nuove generazioni.

“Questo studio è stato svolto pensando ai grandi cambiamenti avvenuti nel nostro Paese attraverso gli anni, dalla generazione della ricostruzione fino all’alienazione della generazione social”, spiega Sabina Tassinari nel ripercorrere i punti principali della ricerca. Ricerca svolta su due versanti: cosa i giovani ferraresi immaginano riservi loro il futuro e, a livello più ampio, come pensano sarà il contesto in cui vivranno per quanto riguardo il lavoro, l’ambiente, l’organizzazione politica e sociale e i diritti civili che si vorrebbero fossero garantiti. Sono proprio questi punti ad essere stati più approfonditi.

Agli adolescenti ferraresi è stato proposto un questionario in cui sono state sondate le loro aspettative e percezioni del futuro, correlate poi con i titoli di studio e le posizioni professionali dei genitori, per tentare una proiezione di quelli che saranno i futuri cittadini di Ferrara. L’indagine ha interessato 736 ragazzi dai 13 ai 15 anni, pari al 9% della popolazione giovanile corrispondente a quella fascia di età nella provincia di Ferrara.

Al campione di adolescenti è stato chiesto di immaginare una proiezione nel futuro della propria casa e della propria famiglia e dalla ricerca si evince la necessità di partire dagli adulti per infondere coraggio e ottimismo negli adolescenti affinché possano pensare al proprio domani in modo positivo.

Dall’indagine emerge, rispetto al lavoro,  che la maggioranza del campione intervistato (oltre il 90%) ha aspettative di soddisfazione personale e di realizzazione di sé molto elevate che evidenzia quanto i giovanissimi siano orientati decisamente sull’aspetto relazionale e identitario del lavoro. Visione in contrasto con quella della generazione “dei nonni” che manifestava un’idea del lavoro anche a valenza sociale e politica. È cambiato il concetto stesso di lavoro e questo fatto è figlio dei cambiamenti sociali ed economici.

Il Rapporto Istat 2016 evidenzia che il 62,5% dei giovani tra i 18 e i 34 anni vive ancora con i genitori rispetto a una media europea del 48,1% soprattutto perché i millenials sperimentano in modo massiccio le difficoltà del mercato del lavoro, la mancanza di stabilità e la penalizzazione sulle retribuzioni. Tutti questi elementi hanno un peso importante sulla visione del lavoro negli adolescenti che lo sentono sempre più scollegato dal percorso di studi e insufficiente a garantire un reddito compatibile con una vita indipendente. Solo il 71,8% si aspetta un lavoro in linea con gli studi che si compiranno. Aspetto preoccupante in termine di motivazione allo studio e aspettative riposte nel proprio processo scolastico e formativo. I ragazzi in conseguenza dei cambiamenti sociali che incidono sulla visione del futuro hanno attese professionali di realizzazione della propria identità superiori a quanto si ritiene sia reso normalmente possibile dal percorso di studi che hanno intrapreso o intraprenderanno e dalla disponibilità economica.

Un’attenzione particolare merita il dato che mostra che gli adolescenti italiani pensano che ci siano più possibilità lavorative all’estero e preferiscono seguire quella strada, vedendo i numeri dell’emigrazione degli under 30 dall’Italia di gran lunga superiori a quelli dell’immigrazione. Ciò indica una rassegnazione nei confronti delle opportunità offerte dal proprio Paese. Difatti quello che emerge analizzando le aspettative e i dati ottenuti dal campione è che ciò che i giovani richiedono di più sono le opportunità.

Analizzato anche il tema ambientale che ha dimostrato un interesse approfondito degli adolescenti a riguardo grazie a scuola, televisione e genitori. Questo ha permesso di fornire la percezione che essi hanno del contributo che potranno dare nel tempo a tutela della qualità della vita dell’ecosistema. Questi dati consentono di avere fiducia in nuove generazioni che si sentono pronte e in grado di salvare il pianeta.

A conclusione del pomeriggio l’intervento di Federico Fubini che ha esposto come in Italia le aspettative dei giovani verso il futuro sono a messe a dura prova dalla crisi economica che ha cambiato profondamente l’accesso al mercato del lavoro. Ciò è in controtendenza rispetto alle persone straniere presenti nel nostro Paese che contribuiscono a renderlo più giovane e più attivo.

Partendo dai dati illustrati dalla ricerca poi, ha proposto una riflessione su quali possano essere le possibilità di successo per i giovani che si apprestano a entrare nel mondo del lavoro, ma non solo, anche di ereditare il mondo lasciatogli dalle generazioni precedenti. Nella sua analisi Fubini va a toccare il tema del futuro del Paese. “Gli adolescenti che vivono in Italia, pur nella loro rassegnazione, si aspettano molto dal proprio Paese anche se pare che non riescano a intravedere in cosa possa consistere il proprio personale contributo alla collettività – dice in conclusione -. La domanda da fare è quindi quali secondo loro sono gli aspetti sui quali il Paese deve migliorare”.

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