Politica
3 Dicembre 2018
Fabbri (Lega) si scaglia contro il Pd: “Ha vinto la volontà popolare sui disegni”. Bertani e Sensoli (M5S): "Cittadini stanchi dell'arroganza dei dem"

Fusioni bocciate. Malaguti (Fdi): “Ora i sindaci si dimettano”

Mauro Malaguti
di Redazione | 3 min

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Mauro Malaguti

Mauro Malaguti

I sindaci sconfitti dal referendum consultivo sulle fusioni tra Ostellato e Fiscaglia e Mesola e Goro dovrebbero rassegnare le dimissioni, in particolare quello di Goro dove la bocciatura è stata più che mai netta. A dirlo è Mauro Malaguti, portavoce provinciale di Fratelli d’Italia all’indomani delle consultazioni.

“In termini marinari si potrebbe dire che monta quel vento di cambiamento che ha cominciato a spazzare via anche i più radicati arbusti della sinistra, impiantati nella nostra provincia dal dopoguerra. Vento di scirocco a Goro, con circa il 90% dei no, e sono sparite tutte le nuvole che oscuravano l’autonomia, e quindi il futuro, di un piccolo paese reso grande dall’orgoglio per le proprie origini marinare, da generazioni di pescatori e coltivatori delle vongole più buone del mondo. I Fratelli d’Italia hanno fatto la loro parte, a fianco della gente come sempre, contro le logiche di una massificazione che talvolta cancella tradizioni e peculiarità del territorio, magari per agevolarne il controllo. Questa volta il popolo – forse per qualcuno i populisti – hanno vinto dicendo no. Ora chi si è trasformato da arbitro in giocatore, come i sindaci che hanno fatto campagna per il si – conclude Malaguti -, ne tragga le doverose conseguenze e si dimetta. In particolare il sindaco di Goro, al quale ha risposto 90% dei cittadini”

A lui, con toni molto soddisfatti ma senza richieste di dimissioni, si aggiunge Alan Fabbi, capogruppo della Lega emiliano-romagnola in Regione: “L’esito della consultazione referendaria parla chiaro: ha vinto la volontà popolare sui disegni della politica del Pd. È venuto il momento di finirla coi giochetti a tavolino che facevano le vecchie segreterie dei partiti di sinistra. Stop alle decisioni che cadono dall’alto sulle cittadinanze. Sono cose del passato, oggi occorre restituire alle collettività e alle loro amministrazione il loro diritto all’autodeterminazione – prosegue Fabbri -. Abbiamo ribadito più volte i motivi che a nostro avviso rendono assurda una fusione chiarendo come i due Comuni non si trovino nelle condizioni giuste per diventare un solo ente, avendo caratteristiche diverse e collaborazioni fattive già avviate e strutturate nella gestione dei servizi con altri territori”. Per Fabbri “è evidente che si tratta di una imposizione che non tiene conto della realtà”, inoltre “una imposizione a cui peraltro è mancata la partecipazione dei cittadini a causa della fretta con cui è stato approntato lo studio di fattibilità durato appena qualche giorno”.

Anche il Movimento 5 Stelle punta il dito contro il Partito Democratico, bollando come “sbagliate, non volute e non adeguatamente motivate” le fusioni bocciate nel ferrarese. Una “ennesima sconfitta” sottolineata dai consiglieri regionali Andrea Bertani e Raffaella Sensoli: “Da quando la guida è di Bonaccini, le fusioni si sono arenate, incontrando sempre più la diffidenza dei cittadini. È un vero peccato perché in questo modo viene avvilita un’importante strategia istituzionale ed un’opportunità per la riorganizzazione dal basso del territorio, che però può andare a buon fine solo se proviene dal basso o se è sentita e partecipata dai cittadini: esattamente il contrario di quello che fanno quotidianamente Bonaccini, la sua Giunta ed il Pd di Calvano, duramente sconfitto ieri proprio nella città di cui è stato sindaco”.

“Hanno promosso fusioni – continuano i 5 Stelle – spesso contro la volontà popolare. Per fortuna però i cittadini si sono stancati di subire passivamente la loro arroganza. Nel caso di Goro e Mesola poi non si può non sottolineare che la Regione, oggi in prima fila a sostenere la fusione dall’alto, è la stessa che nel caso della gestione della coltivazione di vongole organizza incontri in Comune alla vigilia del referendum solo con alcuni soggetti cooperativi, confermando i dubbi sull’imparzialità e terzietà della gestione del novellame e dell’area di demanio idrico. Ed proprio a Goro il Pd di Bonaccini, di Calvano e Zappaterra ha ottenuto il peggior risultato in assoluto, letteralmente travolto dal voto popolare”.

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