Economia e Lavoro
30 Novembre 2018
La strategia sul diesel rimane però poco chiara e favorisce Pratola Serra a scapito della Vm

Fca, indietro tutta sul diesel: “No allo stop nel 2021”

di Redazione | 3 min

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Più di cinque miliardi di investimenti nel prossimo triennio, con una produzione incentrata sul lusso in Italia e che emigra in altri Paesi europei per quanto riguarda invece i modelli più economici, 13 nuovi modelli o restyling prodotti negli impianti italiani, un’accelerazione sia sull’elettrico che sull’ibrido e soprattutto – per quanto riguarda la Vm di Cento – la cancellazione dello stop alla produzione dei motori diesel nel 2021, che verranno invece costruiti fino all’esaurimento della domanda da parte del mercato.

È questo, in sintesi, il nuovo piano industriale per il prossimo triennio che l’Ad di Fca Mike Manley e il responsabile Emea (Europa, Medio Oriente e Africa, ndr) Pietro Gorlier hanno annunciato ieri ai sindacati, ai quali hanno promesso, al termine del piano di investimenti, anche il raggiungimento dell’obiettivo della piena occupazione negli stabilimenti.

Per quanto riguarda il Ferrarese tuttavia, al netto delle notizie incoraggianti che arrivano da Torino, non è tutto oro quel che luccica. Dettagli sul piano, per il momento, non ce ne sono, e quello che è noto sul fronte diesel rimane infatti poco chiaro e frutto delle indiscrezioni dei sindacati presenti all’incontro. Quel che pare chiaro è che viene posticipato lo stop alla produzione dei motori diesel, previsto per il 2021 ma che si scontra con una domanda – soprattutto per alcuni segmenti di mercato per i quali il prodotto è insostituibile – ancora sostenuta. Nel corso dell’incontro non è emersa però una nuova data per il termine delle produzioni, ancora quindi tutta da definire. Non solo: per quanto nei comunicati ufficiali questa decisione viene prevista avere “un impatto a cascata sugli stabilimenti di Cento e Pratola Serra”, è solo all’interno di quest’ultimo che è prevista la produzione di modelli evoluti rispetto agli attuali. In questo scenario quindi, a Cento dovrebbe continuare la produzione attuale e si vocifera anche lo sviluppo dei motori marini.

Gli investimenti previsti da Fca, secondo Gorlier, “sono incentrati sull’utilizzo di piattaforme comuni, flessibili ed elettrificate che serviranno a rinforzare l’orientamento del nostro footprint industriale in Italia verso i nostri marchi globali e i mercati internazionali. Partiremo nei prossimi mesi con un piano di formazione del personale imcentrato proprio sulle tecnologie ibride ed elettriche. Sono convinto che insieme a tutti i nostri lavoratori saremo in grado di raggiungere i traguardi che ci siamo prefissati”.

Per quanto riguarda il resto degli stabilimenti italiani, a Mirafiori è prevista la produzione della 500 elettrica a partire dal 2020, mentre Pomigliano sarà la casa del suv compatto del brand Alfa Romeo. La Jeep Renegade ibrida e la Jeep Compass si affiancheranno invece alla Renegade ad alimentazioni classiche e alla 500X nelle catene dell’impianto di Melfi, mentre a Cassino vedrà la luce un suv del segmento C a marchio Maserati. Allo stabilimento di Termoli infine verrà installata una nuova linea di produzione per i nuovi motori a benzina Fire Fly a 1000 e 1300 centimetri cubici turbo, aspirati e ibridi.

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