Goro
1 Novembre 2018
I familiari del giovane ucciso replicano alla lettera dell'avvocato dell'ex parroco di Goro: “Per fortuna non tutti hanno cercato di aiutare la procura come ha fatto lui”

Omicidio Branchi. La famiglia di Willy a don Bruscagin: “Certe dichiarazioni aumentano il nostro dolore”

di Daniele Oppo | 2 min

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Goro. “Mentre Don Tiziano Bruscagin si rammarica del fatto che l’indagine si stia arenando (a suo dire) sulla sua persona, dovrebbe pensare, soprattutto per il ruolo che riveste (e che ha rivestito per una intera vita), che il rammarico di questa famiglia, invece, è ben altro: quello di aver perso un figlio e un fratello quando aveva appena 18 anni, trucidato da persone malvagie, senza aver fatto nulla per meritarsi una simile orrenda fine. Ovviamente andremo fino in fondo, anche se leggere certe dichiarazioni non fa altro che aumentare il nostro dolore”.

È amara, dura ma non rassegnata la risposta della famiglia Branchi – che da trent’anni ormai cerca la verità sugli assassini di Willy – alle parole dell’avvocato Milena Catozzi, legale del ‘don’ finito nuovamente nel registro degli indagati per false informazioni alla procura in merito a ciò che sa di quel brutale omicidio.

“Non si comprende sulla base di quali elementi il legale dell’ex parroco di Goro parli di ‘carenze e lacunosità’ in merito alle indagini del 1988 e del 1996 (peraltro, per quest’ultima non esiste alcun fascicolo di indagine), non essendo a conoscenza diretta di quegli stessi atti”, affermano i familiari di Willy, che hanno mandato una nota tramite il loro legale, l’avvocato Simone Bianchi che ha combattuto e combatte ancora al loro fianco per la riapertura del caso.

La famiglia Branchi, si legge ancora nella nota, “non individua in don Tiziano Bruscagin ‘il colpevole del mancato ritrovamento degli assassini’ di Willy, ma, cosa ben più grave, prende atto della circostanza che l’ex parroco di Goro è stato iscritto per la seconda volta nel registro degli indagati per false informazioni al Pm in merito al brutale assassinio del povero Willy. Pertanto è la Procura, peraltro mediante due diversi sostituti procuratori (Giuseppe Tittaferrane prima  e ora Andrea Maggioni, ndr) e non la famiglia Branchi, ad individuare in lui specifiche responsabilità penali. Detto ciò, ogni ulteriore commento sarebbe superfluo”.

Ma la famiglia entra anche più nel dettaglio, parlando “odierni sbiaditi ricordi” dell’ex parroco di Goro (oggi collaboratore pastorale) ed evidenziando che “nel 2014 le stesse reminiscenze apparivano decisamente più nitide, tanto da consentire, a sua insaputa, la riapertura immediata dell’indagine sull’omicidio del povero Willy. Per fortuna, viene da dire, non tutte le persone sentite in questi anni in Procura, hanno cercato di aiutare gli investigatori allo stesso modo in cui lo ha fatto l’attuale collaboratore pastorale della Diocesi di Padova. A differenza di quanto affermato dall’avvocato Catozzi – conclude la famiglia Branchi – riteniamo che la Verità sia sempre più vicina e l’apertura del fascicolo a carico di Don Tiziano Bruscagin ne è la conseguenza diretta”.

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