Economia e Lavoro
19 Ottobre 2018
Il sindacato di base davanti allo stabilimento. Il 27 ottobre manifestazione nazionale a Roma

I Cobas davanti alla Vm: “L’unica alternativa per Cento è la lotta”

di Redazione | 3 min

Leggi anche

Balcani Occidentali: opportunità di business per le imprese

Nuove opportunità di business per le imprese italiane nei Balcani occidentali, con un focus particolare sulla Bosnia Erzegovina: questo il tema dell’affollata iniziativa, promossa e realizzata congiuntamente dalla Camera di Commercio Italo-Bosniaca e dalla Camera di commercio di Ferrara Ravenna

di Serena Vezzani 

Cento. “Lo sciopero è l’unica arma: insieme facciamo la forza, da solo lo stabilimento Vm centese ha già perso”: questo l’appello del sindacato Si Cobas che, insieme ad alcuni operai ed ex-operai dello stabilimento di Pomigliano d’Arco (Napoli), ha organizzato un presidio davanti all’azienda di via Ferrarese per invitare tutti gli operai centesi a far sentire la propria voce.

Nel “momento più drammatico della storia del gruppo Fiat”, sono le parole dell’ex-operaio Fca Mimmo Mignano, “l’unica alternativa per Cento è la lotta: insieme ci saranno più possibilità che lo stabilimento non venga chiuso”.

Una battaglia che “davanti al baratro degli esuberi e delle casse integrazioni può venire vinta soltanto unendosi agli operai della logistica e a tutto il gruppo Fiat, indipendentemente dalle sigle sindacali, e combattendo”.

Per lo stabilimento di Cento, infatti, “non è stato predisposto nessun disegno futuro, nessuna prospettiva produttiva e lavorativa”: su 1500 operai, soltanto 500 a rotazione lavorano sui motori a diesel dei mezzi agricoli, senza contare che “il morale non è dei migliori: vedono il licenziamento dietro ogni angolo, e la possibilità di finire come quelli dello stabilimento di Pomigliano, in cassa integrazione con un salario mensile di nemmeno 800 euro, è sempre più concreta”.

Infatti le ultime notizie provenienti da Fca vedono partire dal 5 novembre il contratto di solidarietà, che avrà una durata di 8 mesi e riguarderà 821 lavoratori. A questo si aggiunge la previsione di 476 esuberi temporanei, una riduzione oraria media mensile fissata al 58% e la riduzione massima complessiva per singolo lavoratore fissata al 70% (massimo consentito dalla legge). Infine, sarà possibile il trasferimento temporaneo di lavoratori in altri stabilimenti del gruppo e non.

Nessuna prospettiva occupazionale – secondo il sindacato di base – nemmeno per gli stabilimenti Fiat di Mirafiori (Torino), in cui è attiva la cassa integrazione, per quello di Grugliasco (Torino), nel quale sono già stati trasferiti 1500 operai in cassa integrazione, né per Melfi, che ha visto raddoppiare i cassintegrati, da 1200 a 3320; a Pomigliano d’Arco, sono 3400 i lavoratori in cassa integrazione e la produzione diesel è stata eliminata definitivamente. “Non c’è nessuna possibilità di spostare gli operai in altri stabilimenti come garantito da Marchionne qualche mese fa” spiega Mignano. “C’è cassa integrazione in tutto il gruppo”. E il nuovo amministratore delegato Mike Manley, che da luglio ha ereditato il gruppo Fca da Marchionne, “è assente e disinteressato”.

L’invito è dunque di partecipare il 27 ottobre alla manifestazione nazionale dei Si Cobas che si terrà a Roma, in piazza della Repubblica, contro le politiche del governo.

Nel frattempo, appuntamento questa sera alle 20 in sala rossa, nel Palazzo del governatore di Cento, al dibattito pubblico su “razzismo, sfruttamento e repressione delle lotte operaie” a cui parteciperanno i lavoratori Si Cobas, il professore Pietro Basso Cuneo, cinque licenziati Fca dello stabilimento di Napoli, e Amnesty international. “Questo autunno caldo” promettono gli ex lavoratori di Pomigliano, “deve cominciare”.

Guarda anche la videonews di EsteneTV

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com