di Martin Miraglia
“Abbiamo neutralizzato un soggetto pericoloso, che si era avvalso di armi vere, circoscrivendo il campo al soggetto in questione ed effettuando poi una perquisizione nella quale è stata trovata una pistola semi-automatica da guerra, una Beretta d’ordinanza rubata tre anni fa a un agente della Polizia Penitenziaria in servizio al carcere di Modena durante un furto in abitazione”. È stato costretto così alla resa, secondo i Carabinieri della compagnia di Cento, Giuseppe Mazzone, napoletano classe 1978 con all’attivo già diverse condanne per altre rapine perpetrate nella sua provincia d’origine e consumatore abituale di cocaina, che a Renazzo pochi giorni fa aveva rapinato pistola in pugno una farmacia.
Mazzone, sentendosi braccato, ha scelto di consegnarsi alla caserma dei Carabinieri di Cento pochi minuti dopo la mezzanotte, accompagnato dal suo legale, e rimane ora in stato di fermo come disposto dal sostituto procuratore di Ferrara Ciro Alberto Savino al carcere dell’Arginone.
Le indagini sulle rapine sono tuttavia partite lo scorso 11 settembre, quando a Cento fu rapinato un ufficio postale in via Fratelli Rossetti, anche in quel caso con l’ausilio di una pistola. “Dalle prime indagini abbiamo avuto contezza di un soggetto campano che stava attecchendo sul territorio e per questo siamo andati ad esclusione, come si faceva una volta, grazie alla conoscenza del territorio”, ha spiegato il luogotenente della compagnia di Cento Riccardo Perricelli in conferenza stampa insieme al capitano Antonino Lembo e al maggiore Gabriele Porto, “e per questo sapevamo che non si sarebbe fermato, e ci siamo preparati”. Passa nemmeno un mese e arriva quindi la rapina alla farmacia: c’è la pistola, c’è uno scooter Piaggio Beverly blu scuro, i caschi e l’abbigliamento che corrisponde, e nel giro di un’ora e mezza dal colpo si passa alla perquisizione domiciliare di Mazzone a Pieve di Cento.
Nella sua camera da letto, dove l’uomo era quasi confinato essendo legalmente sposato ma di fatto separato in casa, viene ritrovata innanzitutto nascosta nel cassetto del comodino la Beretta 92 semiautomatica: ha un colpo in canna e altri sette proiettili nel caricatore da quindici oltre al numero di serie parzialmente abraso, e poi parte dell’abbigliamento utilizzato per compiere il colpo. “La pericolosità sta in questo – spiegano i Carabinieri – una pistola come questa con il colpo in canna inserito diventa estremamente sensibile, e nei video abbiamo potuto notare come l’uomo fosse agitato probabilmente a causa dell’uso di stupefacenti, era un rischio enorme. Il sospetto è quello che l’uomo si sia fermato a casa dopo la rapina per lasciare la pistola così come quando l’aveva presa e cambiarsi d’abito per poi fuggire di nuovo”.
A questo punto il cerchio intorno a Mazzone si stringe: non solo c’è già stata una perquisizione ma i militari dell’Arma procedono a vagliare tutte le relazioni ufficiali e amicali sia in zona che a Napoli insieme ai colleghi di Poggioreale — nel quale carcere era stato detenuto fino al febbraio 2017 — e dopo due giorni di macchia arriva così la resa, nelle prime ore di mercoledì, insieme alla seconda perquisizione dove vengono trovati altri indumenti corrispondenti a quelli indossati nel colpo alla farmacia e, soprattutto, anche il motorino che a un controllo della targa risultava essere intestato a lui stesso. Impossibile a questo punto non procedere all’arresto e all’accompagnamento in carcere. Non è stato rinvenuto invece il bottino della rapina, che si suppone essere stato speso per procurarsi gli stupefacenti di cui l’uomo era consumatore abituale.
Rimangono tuttavia da chiarire alcuni punti della vicenda: innanzitutto all’uomo per il momento viene contestata solamente la rapina alla farmacia di Renazzo, fruttata circa 800 euro, ma non quella alle Poste di Cento — “ci sono sospetti su una possibile stessa paternità ma ancora nulla di definitivo e le indagini sono ancora in corso” — e poi non è ancora chiaro se l’arma abbia sparato di recente, vista la mancanza dei proiettili nel caricatore, e se questa poi sia stata utilizzata per il compimento di altri reati, o anche come da un furto in abitazione a Modena tre anni fa la Beretta sia finita nelle mani di Mazzone, e se quest’ultimo infine sia stato favorito nella fuga degli ultimi giorni prima di decidere di costituirsi. Tutte domande alle quali verrà data riposta nei prossimi giorni, sia in fase di interrogatorio che grazie alle indagini scientifiche che verranno condotte dal Ris di Parma al quale verranno fornite le prove sequestrate nelle due perquisizioni.
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