Poggio Renatico
13 Ottobre 2018
Cerimonia per l’importante anniversario di una storia iniziata con la trasformazione della base poggese da centro logistico ad aeroporto dopo la disfatta di Caporetto

L’aviazione ferrarese festeggia i cent’anni di attività alla base di Poggio

di Redazione | 3 min

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di Martin Miraglia

Poggio Renatico. Si è concluso venerdì, con la cerimonia finale al Comando Operazioni Aeree dell’Aeronautica Militare di Poggio Renatico, il cartellone di eventi dedicato ai 100 anni di aviazione ferrarese, la cui storia cominciò con la costruzione proprio dell’aeroporto di Poggio Renatico a prima guerra mondiale ampiamente inoltrata per mano dell’allora Regia Marina quando, dopo la disfatta di Caporetto, si rese necessaria una base non più solo logistica sotto la linea del Po, all’epoca considerata come seconda linea difensiva.

“Cento anni di storia toccano nel profondo, se pensiamo che la prima guerra mondiale per l’Italia ha avuto un prezzo altissimo di 600mila morti, 700mila invalidi e un coinvolgimento di oltre un milione di persone sul fronte”, è stato il commento del generale di divisione aerea Antonio Conserva di fronte agli avieri schierati, ai radunisti e alle autorità del territorio prima di lasciarsi andare a un excursus storico: “Con lo spirito di Francesco Baracca gli aviatori di Poggio Renatico, con le insegne della Marina e dell’Esercito sui Caproni CA40 attaccarono a partire dal 22 ottobre (1918, ndr) le linee nemiche i cui aerei fino a poco prima mitragliavano la popolazione, e fino al 2 novembre martellarono le postazioni austriache e permisero all’esercito italiano di marciare trionfante a Vittorio Veneto. Questo spirito di chi ci ha preceduto deve rinsaldare le nostre capacità attuali”.

Sul palco del piazzale Medaglie d’Oro del Coa, allestito di fronte a due velivoli in dotazione all’Aeronautica, un AM-X e un Tornado, sfilano anche dapprima il maresciallo in congendo Sandro Tavecchi, decano dei radunisti, e poi il sindaco di Poggio Renatico Daniele Garuti fresco di inaugurazione davanti ai ragazzi delle scuole medie nella stessa mattinata di un monumento da collocare nel futuro parco urbano cittadino, al momento in costruzione, che è proprio un’ala di aereo ricostruita nei minimi dettagli. “Vorrei abusare della parola orgoglio, sono orgoglioso di rappresentare una comunità che annovera nel proprio territorio questa base importante. Sono abituato a festeggiare i 100 anni delle persone più longeve, qui festeggiamo i cento anni di una signorina che si rinnova costantemente nei suoi organici e che dal suo primo aviere al primo generale si mette al servizio della comunità e garantisce la nostra tutela e l’esercizio dei nostri diritti”, spiega, commentando poi come “la prima pietra del monumento è stato fatto davanti ai ragazzi delle scuole medie perché non dobbiamo raccontarci tra di noi i pregi dell’Aeronautica, abbiamo voluto ricordare ai nostri figli e nipoti che i nostri nonni sono stati protagonisti della nostra storia e dobbiamo onorarli per questo”.

L’ultimo a parlare, e a dettare il rompete le righe, è il comandante di squadra aerea generale Fernando Giancotti secondo cui “in questo luogo si è creata una dinamica generativa di valori, mentre al contempo emerge l’attaccamento al territorio in cui siamo ospitati. Questa sinergia di valori è una speranza forte in momenti dove dentro e fuori il nostro Paese ci sono momenti di incertezza. Qui vedo persone che lavorano con grande passione e impegno, il servizio e il lavoro svolto a Poggio Renatico è cresciuto per mettere al servizio del Paese una capacità irrinunciabile di coordinare le operazioni, e questa è cresciuta in maniera incredibile soprattutto negli ultimi anni”.

La cerimonia poi, che ha visto anche l’apposizione della corona di fiori al monumento ai caduti, si è poi conclusa con il sorvolo di velivoli dell’Aeronautica sia di ieri — con uno Spad XIII che ha rilasciato poi in aria i colori della bandiera tricolore — che di oggi, con un Aermacchi 326, due AM-X del 51esimo stormo di Istrana, quattro Tornado del sesto stormo di Ghedi e due Eurofighter del quarto stormo di Grosseto.

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