Attualità
27 Settembre 2018
Intervista di Estense.com all'atleta che, grazie a Camelot e alla Costantino Boxe, nel prossimo weekend, parteciperà ad un importante torneo in Polonia

La favola di Alaji: dal Gambia a Ferrara, nel segno del pugilato

di Redazione | 3 min

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di Davide Soattin

A volte fare sport non è solo una semplice fonte di svago, a volte fare sport è qualcosa che va oltre il gioco e il divertimento, un momento di compartecipazione che può mettere a contatto diverse esperienze tra loro e fungere da utile strumento per l’integrazione, l’accoglienza e l’inserimento nel tessuto sociale dei ragazzi e delle ragazze che decidono di prendervene parte.

La storia di Alaji Tiyana, ragazzo gambiano di 19 anni con status di rifugiato umanitario, accolto nel progetto Sprar del Comune di Ferrara gestito da Camelot, lo dimostra perfettamente senza inutili giri di parole, gli stessi che nemmeno lui decide di utilizzare per raccontare ai taccuini di Estense.com la propria esperienza di vita e la propria passione sportiva, alla vigilia di un importante evento di pugilato che lo vedrà protagonista all’infuori dei confini italici.

Dal 28 al 30 settembre infatti, in quanto atleta della palestra ferrarese Costantino Boxe, che tra le altre cose sarà l’unica rappresentante italiana alla kermesse, il giovane boxeur prenderà parte al torneo di pugilato che si svolgerà nella cittadina polacca di Swidnica, sfidando avversari provenienti da Inghilterra, Germania, Repubblica Ceca ed Ucraina, con l’obiettivo di bissare il successo messo a segno in occasione del proprio esordio quando, durante l’iniziativa Gad Up, dopo sei mesi di allenamenti, sul ring allestito in piazzale Giordano Bruno è riuscito a vincere il suo primo match in carriera.

Alaji, dal Gambia all’Italia, ti va di raccontarci quella che è stata la tua storia?
“Purtroppo non posso raccontare tutta la mia storia, ma posso solo dire che a 17 anni ho lasciato il Gambia per venire a vivere in Italia. Prima di arrivare qui da voi ho dovuto viaggiare su un barcone, ed ora sono due anni e mezzo che sto a Ferrara. Il mio primo periodo l’ho passato alla Città del Ragazzo, mentre adesso vivo ed abito in Vallelunga insieme ad altri ragazzi”.

Alaji Tiyana insieme all’assessore Merli, ad Orazio e Pino Costantino, a Chiara Cricca di Camelot e ai compagni della palestra di via Verga

Cosa ti piace di questa tua nuova vita? C’è qualcosa in particolare che ami fare?
“Di questa nuova vita mi piace molto studiare, perché ho conosciuto diverse persone che mi hanno insegnato e mi stanno insegnando come ci si comporta. Ho appena preso la licenza di terza media, ho concluso il tirocinio formativo e tra un paio di settimane poi comincerò le scuole serali. Troverò il modo per organizzarmi tra lo studio e gli allenamenti di pugilato”.

Ecco, il pugilato. Com’è nata questa tua passione per questa disciplina? Come ti trovi alla palestra Costantino?
“Quando mi sono trasferito in Vallelunga ho trovato Hassan, un mio amico che faceva pugilato alla palestra Costantino. Un giorno mi ha portato qua, siamo venuti insieme, ed ho visto cosa si faceva. Mi è piaciuto e mi sono subito trovato bene, anche se la boxe è uno sport duro. L’anno scorso, prima di iniziare questa attività, ho provato anche aikido, ma non mi divertivo. Ora invece sono molto contento, ho trovato degli allenatori e dei compagni che mi hanno aiutato a comprendere le regole e a crescere, praticando quello che per me è un gioco”.

Un gioco che però via via si fa sempre più serio, a partire dal tuo primo combattimento a Ferrara, in cui hai tenuto in mano il tricolore, per finire al torneo in programma a Swidinica, il prossimo weekend. Come la stai vivendo?
“Portare la bandiera italiana mi è piaciuto un sacco, era la prima volta che salivo sul ring. Quando mi hanno detto che sarei andato in Polonia sono stato felicissimo e mi ha fatto davvero piacere. Mi sento prontissimo per quest’avventura e un giorno, magari fra un paio d’anni, mi piacerebbe diventare un pugile professionista”.

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