Economia e Lavoro
29 Agosto 2018
Mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil per il mancato rinnovo dei contratti a termine. Pci: "Se c'è crisi, paghi chi ha fatto scelte sbagliate"

Clara in stato di agitazione, cento lavoratori rischiano il posto

di Elisa Fornasini | 3 min

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(foto di archivio)

Piomba lo spettro della perdita del lavoro per un centinaio di dipendenti di Clara spa, l’azienda municipalizzata nata nel 2017 dalla fusione tra Area e Cmv che gestisce la raccolta rifiuti in 21 Comuni della provincia ferrarese. A un anno dalla fusione, il colosso ambientale che dà lavoro a 450 persone non sembra intenzionato a rinnovare i contratti a tempo determinato che interessano un centinaio di lavoratori che ora rischiano di perdere il posto.

La notizia cade come un fulmine a ciel sereno durante l’incontro avvenuto lunedì tra le organizzazioni sindacali di categoria e i vertici di Clara, rappresentata dal presidente Annibale Cavallari e dal direttore Raffaele Alessandri. Nel corso delle ultime trattative, si era instaurata una discussione condivisa per la stabilizzazione di un centinaio di contratti a tempo determinato in scadenza tra il 30 agosto e inizio anno.

Poi, l’improvviso cambio di rotta che ha spiazzato Cgil, Cisl e Uil e le famiglie dei lavoratori a rischio. La dirigenza della società, secondo quanto riferito dai sindacati, avrebbe infatti accennato a “problemi di natura economica e finanziaria” per negare il rinnovo dei contratti a termine e, di conseguenza, lasciare a casa un quarto dei suoi dipendenti. Una “situazione gravissima” a detta dei sindacati, che temono che le ripercussioni della fusione possano interessare anche i dipendenti a tempo indeterminato.

È stato intanto proclamato lo stato di agitazione per preparare “azioni unitarie forti”, anche se al momento non si parla ancora di sciopero. In attesa di un incontro per approfondire il futuro incerto dei lavoratori di Clara, è stata inviata una lettera di richiesta urgente ai sindaci dei 21 Comuni serviti (ovvero tutto il Ferrarese, escluse Ferrara e Argenta) per sollecitare un confronto coi soci al fine di garantire l’occupazione.

A stretto giro dall’annuncio dello stato di agitazione interviene la Federazione di Ferrara del Partito Comunista Italiano che apprende con “preoccupazione lo stato di agitazione: negando la possibilità di rinnovo dei contratti a termine si getta nell’incubo della disoccupazione decine di lavoratori e le loro famiglie. Inoltre l’azienda continua a non fare chiarezza sulle voci di crisi economica che la vedrebbero coinvolta. Se crisi c’è, non la devono pagare i lavoratori ma invece chi ha causato questa crisi con scelte sbagliate”.

“Il Pci esprime forte disappunto verso i vertici aziendali e la loro incapacità, attuale e precedente, di gestire un’azienda pubblica in modo efficiente – tuona il segretario Kiwan Kiwan -. La soluzione non può essere sempre quella del taglio della forza lavoratrice. Esistono altre soluzioni come il taglio degli sprechi e dei benefit . La federazione di Ferrara è pronta nella lotta a fianco ai lavoratori per la tutela del posto di lavoro e chiede un impegno concreto da parte dei sindaci che sono i soci proprietari di Clara Spa”.

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