Spettacoli
17 Luglio 2018
Venerdì 20 luglio appuntamento con "Gli amorosi inganni". In arrivo anche un convegno dedicato a Ferrara quale centro di cultura teatrale

La commedia dell’arte va in scena a Factory Grisù

di Redazione | 3 min

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Si accendono i riflettori sulle maschere della grande tradizione teatrale italiana. Venerdì 20 luglio alle ore 21.30 il cortile centrale di Factory Grisù (via Poledrelli, 21) ospiterà “Gli amorosi inganni”, lo spettacolo teatrale conclusivo del decimo Seminario Internazionale “L’Attore e la maschera nella Commedia dell’Arte”.

Gli allievi del corso si misureranno con un canovaccio originale di Commedia dell’Arte e, quindi, con maschere come Zanni, Arlecchino, Brighella, Pantalone e il Dottore, in un susseguirsi di avventure comiche intervallate da madrigali della fine del XVI secolo.

Il seminario internazionale è nato nel 2005 presso il Teatro Sociale di Finale Emilia e giunge quest’anno alla sua decima edizione. Dopo il terremoto del 2012, l’inagibilità del teatro ha spinto il seminario a diventare “itinerante” nelle edizioni successive: si è svolto a Copparo presso il Teatro De Micheli, a Ferrara presso il Teatro Comunale, il Centro Teatrale Universitario e il Teatro Off, e presso la Pieve di Settepolesini. Al termine dell’attività pedagogica, però, lo spettacolo conclusivo viene sempre replicato a Finale Emilia, in segno di vicinanza e di amicizia con la popolazione.

Sotto la direzione e l’insegnamento di Fabio Mangolini (maestro riconosciuto a livello internazionale per la sua ricerca sulla Commedia dell’Arte e sull’uso della maschera teatrale) e di Daniel Llull dal 2009, il Seminario ha visto diplomarsi negli anni oltre cento allievi provenienti da Italia, Francia, Spagna, Germania, Regno Unito, Brasile, Stati Uniti, Israele, Corea del Sud, Argentina e che hanno contribuito a diffondere la Commedia dell’Arte nei loro rispettivi paesi.

Durante il corso intensivo, della durata di tre settimane, si toccano discipline che vanno dal teatro fisico alla scherma teatrale, dall’acrobatica teatrale al canto madrigalesco, dalla drammaturgia all’improvvisazione teatrale. Parte preponderante dell’insegnamento è il lavoro dell’attore con la maschera (neutra, larvale, grottesca e della Commedia dell’Arte). Ogni disciplina viene integrata nella creazione del saggio conclusivo, costruito su un canovaccio originale di Commedia dell’Arte.

Il seminario internazionale è stato organizzato quest’anno dall’associazione Cornucopia Performing Arts Labs, che sul tema della Commedia dell’Arte curerà anche un convegno, previsto nel novembre prossimo. In collaborazione con il dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara, l’evento intende porre in valore la città di Ferrara all’interno del sistema professionale della “Commedia dell’Arte” tra la seconda metà del ‘500 e la prima metà del ‘600.

In particolare si propone di valorizzare le figure di attori quali Alberto Naselli, in arte Zan Ganassa, primo attore di dimensione europea nella storia del teatro occidentale, e di Pier Maria Cecchini, in arte Frittellino, che affiancò alla sua attività sulla scena anche quella di teorico componendo il primo trattato sull’arte dell’attore pubblicato a Venezia nel 1622.

Si ricorda che sin da metà Cinquecento Ferrara è stata centro di cultura teatrale. Gli Estensi appoggiavano le compagnie ed erano loro stessi “agenti teatrali”, occupandosi spesso delle tournée degli artisti, e nei secoli successivi è stata la stessa posizione geografica a rendere Ferrara una tappa fondamentale per i teatranti, provenienti dall’area di Venezia e Padova o lì diretti. Non è un caso, ad esempio, che il personaggio del Dottore, quale specifico contributo ferrarese alla lingua dell’Arte, prenderà il nome di Gratian Furbson (o Furbeson) da Francolino, località portuale da cui partivano le barche dirette a Venezia.

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