Spettacoli
24 Aprile 2024
Intervista al giornalista che presenta al teatro Nuovo il suo ultimo spettacolo, “La Sciagura”

Scanzi a Ferrara: “Naomo è leggenda”

di Marco Zavagli | 7 min

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Promette un inizio “corposo e ciccioso” su Ferrara e si dice sicuro che “ci sarà da divertirsi”. Andrea Scanzi arriva a Ferrara e porta con sé “La Sciagura”. Il 16 maggio l’irriverente penna del Fatto Quotidiano sarà al Teatro Nuovo per presentare il suo nuovo spettacolo prodotto da Loft Produzioni e tratto dall’omonimo bestseller edito da Paper First.

Nella memoria della città estense “Sciagura” ricorda l’ex gerarca fascista che fu tra i principali imputati dell’eccidio del Castello nel 1943. Ma il rimando di Scanzi, pur se colorato di nero, è diretto alle questioni di oggi, o meglio alla “Cronaca di un governo di scappati di casa”, come recita il sottotitolo.

Cosa dobbiamo aspettarci dai tuoi novanta minuti sul palco?

“La Sciagura” è uno spettacolo di satira politica. Non mi impegnavo nella satira politica dai tempi del “Cazzaro Verde”.

Parliamo del 2019, prima del Covid.

Esatto. Sono quattro anni che non faccio tour politici. Ho avvertito il bisogno, proprio il bisogno, di farlo perché trovo che siamo di fronte a un governo orripilante. Per di più un governo insediato in un momento storico molto inquietante. E secondo me i giornalisti, gli scrittori, gli intellettuali, categorie di cui nel bene o nel male faccio parte, devono schierarsi in certi momenti storici.

Quando la politica tace, diceva Pasolini, tocca al poeta o all’intellettuale parlare.

E io in questo mese e mezzo, dal 29 aprile al 7 giugno (dopo si vota), ho voglia di schierarmi, di mettermi in gioco. Cercheremo di fare una data al giorno. Mi farò cura della miseria che ci governa per un mese. Sarà una full immersion in trincea e sulle barricate.

Prima domanda banale, è più difficile far satira oggi che in passato?

In base alla mia esperienza di fresco cinquantenne, è stato sempre abbastanza facile fare satira. Nel senso: se la sai fare, se hai talento, la satira la fai in qualsiasi momento storico. Devi avere il talento, la voglia e il coraggio. Detto questo, la satira più facile, più stimolante, più urgente, io personalmente l’ho fatta con Berlusconi nella sua fase – per ovvi motivi anagrafici – finale. Poi contro Renzi mi sono divertito come un bimbo a sbeffeggiare quello che è stato uno dei governi più orrendi del mondo. I più difficili sono stati quei governi un po’ morbidi, tecnici, tipo Monti e Draghi… però, ecco, non è difficile fare satira con la Meloni e i suoi perché fanno praticamente tutto da soli.

Ho letto che entrano anche Gaber e Guccini in questo spettacolo. In che modo?

In tutti i miei spettacoli c’è molta musica. Io vivo di musica e vengo dalla musica. Ne “La Sciagura” ci saranno momenti in cui vengo accompagnato da alcune canzoni che ho scelto, da Mozart, a Springsteen, dagli U2 a Johnny Cash… Gaber e Guccini entrano in gioco perché, a un certo punto dello spettacolo, ironizzo sui gusti musicali della Meloni e di questa destra, che ascoltano Gaber, Guccini, De Andrè, ma non ci hanno sostanzialmente capito un cazzo. Perché se tu ascolti De Andrè e canti Il pescatore, del pescatore hai capito evidentemente soltanto “la la la la la”. Questa aspetto mi fa impazzire, ma lo metto alla berlina anche perché è la prova che questo governo soffre del complesso di inferiorità culturale, perché non ha nessun cantautore se non Povia e quindi deve prendere quelli altrui e far finta che non siano di sinistra e che non siano avversi alla Meloni.

Penso al nostro sindaco, Alan Fabbri, che dice di essere un ammiratore di De Andrè e poi parla di “tumori da estirpare” riferendosi a delle persone (criminali ma pur sempre persone) o marcia attorno al campo nomadi con i bambini terrorizzati al suo interno.

Siamo sempre lì. Non conosco personalmente Fabbri, ma non stento a crederlo. Sono tutte persone che citano De Andrè a casaccio. Anche Salvini è un altro che dice di conoscere benissimo De Andrè e Gaber e ci credo. È vero che conosce a memoria la “Storia di un impiegato”, ma non ci ha capito un cazzo. Voglio dire, tu non puoi avercela con i migranti e poi ascoltare Khorakhané, Il Pescatore, Via del Campo. De Andrè è il cantore, degli ultimi, dei diseredati, dei transessuali, degli omosessuali, della pace. E questi fanno l’esatto opposto. La canzone non è intrattenimento e basta. È intrattenimento se ascolti Gigi D’Alessio, se ascolti Laura Pausini. Se ascolti De Andrè devi capire la parola prima ancora della musica. Parlate di cose che conoscete, parlate di Povia, lasciate stare De Andrè.

Nel Cazzaro Verde avevi dedicato una parte di un capitolo al nostro Naomo.

Lui è una leggenda, Naomo Lodi è una leggenda. Dimmi come sta, cosa fa… si candida alle europee?

No, si candida alle prossime comunali di giugno come capolista della Lega.

Perfetto. Io ho un caro ricordo di Naomo Lodi. Mi ha allietato la fase di lockdown. Quando facevo le dirette Facebook e avevo milioni di visualizzazioni, bastava che dicessi “Naooooomo” alzando un po’ il tono sulla “O” e la gente si buttava in terra. E poi quei video incredibili che venivano ripresi da Piazza pulita dove prometteva di fare un culo così ai giornalisti. Naomo è un personaggio mitologico. Poi ha un cursus honorum sia politico, sia da quel che ho letto e so, in parte giudiziario straordinario. Mi fa piacere che si voglia ricandidare per le prossime Comunali di giugno a Ferrara.

Entrerà un po’ di Naomo nel tuo show?

Tutti i miei spettacoli hanno dieci minuti iniziali in cui racconto la realtà della città che mi ospita. E a Ferrara ci sarà sicuramente molto da dire su Lodi. Anzi, entrerò proprio con la sua foto nel maxischermo.

Una partenza sublime… Tornando ai temi “nazionali” del tuo spettacolo, cosa ne pensi delle recenti polemiche targate Rai? Mi riferisco al monologo di Scurati cancellato e alla vicedirettrice del Tg1, Incoronata Boccia, per la quale l’aborto è un delitto?

È un governo che censura. È un governo che detesta il dissenso. È un governo che ha occupato manu militari la Rai, come aveva fatto Renzi, come aveva fatto Berlusconi, come aveva fatto il centro-sinistra. Ma ora è peggio, perché c’è un’ostentazione e un orgoglio proprio nel fare tutto questo. Io non voglio dire che sia un governo fascista, anche se qualche fascista dentro il governo c’è; secondo me è un governo illiberale, è un governo che ci porta sempre più vicini al modello Orbán, che è effettivamente un modello agli occhi della Meloni. Qui, oltre all’ostentazione, il secondo elemento di novità, che è terrificante, è la pochezza culturale e intellettiva di questi dirigenti. Nonostante gli editti bulgari, con Berlusconi in Rai rimanevano comunque dei bei prodotti. C’erano dei programmi straordinari, come quelli della Dandini. Ora non c’è niente. Rimane questo mix terrificante tra l’arroganza di cui ti parlavo da una parte e dall’altra parte il dilettantismo e la solenne incapacità. Mettici poi questa attitudine, diciamo, “dittatoriale” o comunque assolutista che detesta la libertà di stampa e il risultato è l’esproprio del povero servizio pubblico, che meriterebbe ben altra sorte.

Anche sulla libertà di stampa i segnali sono preoccupanti.

Il clima è terrificante. Pensa ai due esempi che mi hai citato: Scurati e Boccia. Sono due cose complementari ma anche diverse: nella vicenda della vicedirettrice del Tg1 c’è l’elemento identitario di questo governo, cioè l’oscurantismo retrogrado, omofobo, sessista. L’altro elemento è il fastidio che questo governo più di altri ha nei confronti della libertà di stampa e del giornalismo d’inchiesta. Tutti coloro che provano a fare inchiesta vengono massacrati, come è successo, sempre in Rai, a Ranucci, nonostante Report sia l’unico programma di successo di Rai3.

Dillo a me, che sono più in tribunale che in redazione in questo periodo!

Allora sai di cosa parlo. E’ un attacco che tutti i giornalisti d’inchiesta stanno subendo. Non appena apri bocca questi ti querelano, se possono ti oscurano, se possono ti censurano. E se ne sbattono le palle che tu abbia 90 anni come Canfora; se ne sbattono le scatole se magari la querela va a colpire un blogger che non ha una lira e quindi se gli fai la querela temeraria lo uccidi. È un governo così, non ha nessun rispetto delle libertà e men che meno della libertà di stampa. E questo mi fa paura.

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