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3 Luglio 2018
L'atleta ferrarese dopo il trionfo a Castelldefels: “Consacrazione di un percorso sportivo e umano surreale, incredibile e veramente unico”

Beach Tennis, il racconto mondiale della campionessa Manfredini

di Redazione | 3 min

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Ai campionati mondiali di beach tennis Ifbt, tenutisi sulla sabbia rovente della località catalana di Castelldefels, a risplendere è stata la stella di Eleonora Manfredini. E con lei, anche quella di una Ferrara sportiva classificatasi sul gradino più alto del podio.

La tennista di casa nostra infatti, oltre ad un argento ed un bronzo messi a segno rispettivamente nel torneo nazioni a squadre e nel doppio femminile open over 30, ha fatto la voce grossa anche nel singolo assoluto open, nel femminile di seconda categoria e nel misto, portando a casa tre medaglie d’oro che sanno di vera e propria impresa storica.

Un’impresa che la stessa campionessa, da poche ore ritornata all’ombra del Castello Estense, ha raccontato ai taccuini di Estense.com, con un’intervista che ripercorre la genesi di un risultato che sarà destinato a rimanere negli annali dello sport ferrarese.

Eleonora, iniziamo dalla fine. Quali sensazioni e quali emozioni si provano a salire sul tetto del mondo?

Non capita tutti i giorni di andarsi a giocare un mondiale e tutto quello che sto vivendo adesso è molto strano: una situazione che non ho mai provato in precedenza. È stata un’esperienza entusiasmante e divertente ed è stata soprattutto una grande soddisfazione aver raggiunto e completato con emozione la consacrazione di un percorso sportivo e umano surreale, incredibile e veramente unico.

Impegno e amore sono fondamentali, nella vita come nello sport. Quanto lavoro, quanta passione e quanta tenacia ci sono in questo tuo bottino vincente?

In questa vittoria ci sono parecchio lavoro e molta testardaggine, fondamentali per conseguire risultati di questo genere. Quando ti alleni, devi essere consapevole e pronta a tutto. E con allenarsi non intendo soltanto i tornei che ho fatto di preparazione a questo grande risultato, ma anche gli sforzi e le difficoltà a livello organizzativo che mi hanno aiutato a crescere e a far combaciare sport e lavoro in maniera vantaggiosa.

Quando sei partita per Barcellona, hai fatto le valigie consapevole di essere tra le favorite o è stata una piacevole sorpresa aver messo a segno un en-plein del genere?

Mi sono sempre allenata come una giocatrice professionista, e l’ho fatto con l’intento di andare in Spagna per vincere. Ogni settimana ho dedicato con costanza tre o quattro giorni al lavoro con i pesi, altri al perfezionamento della parte aerobica e infine altri ancora alla cura della parte mentale: un aspetto importante, perché senza solidità a livello nervoso e mancanza di grande volontà non si va da nessuna parte.

C’è qualcuno in particolare a cui vorresti dedicare questo speciale trionfo?

La dedica di questo trionfo va in gran parte a me stessa, per quello che ho fatto in questi mesi e in questi ultimi giorni, ma una menzione particolare la meritano anche due persone speciali che mi hanno aiutato ad avvicinarmi al mondo del beach tennis e a farmi comprendere quanto realmente valevo, una in maniera silenziosa e l’altra in maniera più attiva. Un ringraziamento importante inoltre va anche a tutto l’ambiente e a tutto il gruppo con cui ho avuto la fortuna di condividere questa splendida avventura. Me li ricorderò per sempre.

Capitolo programmi futuri. Stai già affilando le racchette per andare a caccia di qualche altro successo o credi che un po’ di meritato riposo sia la cosa più giusta adesso?

Sono appena tornata da Barcellona e solo adesso mi sto rilassando dallo stress fisico e mentale dei giorni scorsi. Sicuramente però, tra due settimane, sarò di nuovo in campo a Punta Marina per giocarmi il femminile, una specialità che purtroppo non sono riuscita a conquistarmi ai mondiali. Per quanto riguarda il futuro invece, visto che intraprendere di nuovo il percorso appena concluso sarà oggettivamente e sinceramente difficile, continuerò di certo ad impugnare la racchetta, cercando di alzare sempre di più l’asticella delle mie capacità.

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