Attualità
20 Giugno 2018
Circa 50 associazioni hanno aderito alla manifestazione che ha riunito 150 persone per ricordare che "siamo un'unica umanità"

La Rete per la pace rinasce sul Listone

di Redazione | 2 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

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È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

di Simone Pesci

La Rete per la pace rinasce sul Listone di Ferrara con una manifestazione, tenutasi nel pomeriggio del 20 giugno – che è anche la giornata mondiale del rifugiato – alla quale hanno aderito circa 50 associazioni, per un totale di circa 150 partecipanti.

Fra i promotori della Rete c’è la Cgil di Ferrara, la cui rappresentante Francesca Battista apre il sit-in ricordando “l’ipocrisia che ci sommerge, da parte di chi dice di voler aiutare i popoli a casa loro quando in quei Paesi c’è la guerra, di chi dona miliardi di euro alla Libia creando morte, di chi non abroga la legge Bossi-Fini”. Un’escalation di episodi “mai stata così netta” aggiunge Battista, che si affretta ad affermare che “vogliamo costruire una serie di iniziative per la pace, oggi è solo la prima”.

A microfono aperto, ciascuno ha potuto avanzare le proprie proposte, oppure dissociarsi da alcuni fatti recenti, come l’associazione Cittadini del mondo che prende le distanze nei confronti “dell’azione intrapresa da coloro che manifestando davanti al campo nomadi incrementano l’atmosfera di odio”. Il riferimento è tutto alla Lega, che lunedì sera ha marciato in via delle Bonfiche per chiedere lo sgombero del campo.

L’associazione, però, non ci sta e rilancia: “Esprimiamo la nostra solidarietà e diciamo che è ora che anche questa piccola comunità Sinti abbia finalmente delle proprie case e che possano aspirare, come tutti noi, ad avere un lavoro dignitoso e uno spazio sociale inclusivo”.

Giunto in Italia scappando dalla Jugoslavia in guerra, un giovane uomo attacca la “Lega Nord che da sempre è abituata a creare odio. Quando Salvini parla dei rom però generalizza: è giusto annientare chi delinque, ma ci sono rom delinquenti e rom perbene, così come ci sono italiani delinquenti e italiani perbene”.

Fra le proposte della piazza, in un contesto internazionale dove si contano numerose aree calde dove soffiano venti di guerra, il comitato Papa Giovanni XII, tramite Piera Murador chiede “l’istituzione di un ministero della pace, in questi tempi folli dove si prova un senso di smarrimento”.

L’intervento di Manuela Macario, presidente Arcigay, vuole essere innanzitutto un invito per tutti a “partecipare il 28 giugno alla festa dei diritti Lgbti in via Ripagrande”. Il motivo è sostanzialmente uno, che fa guadagnare a Macario gli applausi della piazza: “Dobbiamo essere tutti uniti, perché siamo un’unica umanità e non lottiamo per i diritti dei neri, dei gay o delle lesbiche, ma per i diritti di tutti”.

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