Nella foto, la sede della Corte d’appello di Bologna
Vaccolino. Dovranno essere risarciti per i disagi patiti i cinque residenti che denunciarono gli odori molesti prodotti dalla fonderia Galileo Tfc, ora Evomek, di Vaccolino.
A dirlo è la Corte d’Appello di Bologna che si è pronunciata per la seconda volta sulla vicenda, dopo che il tribunale di Ferrara aveva assolto Bruno Marfisi, ad dell’azienda (e con lui il procuratore speciale Romeo Di Loreto, già discolpato dal pm avendo avuto limitati poteri decisionali) dall’accusa di avere immesso in atmosfera gas-vapori-fumi maleodoranti, atti a molestare le persone residenti nel nucleo abitativo di Vaccolino, posto nelle vicinanze della strada provinciale n. 114, sede del complesso industriale, dal gennaio 2011 all’aprile 2013.
La sentenza emessa il 15 giugno dalla seconda sezione penale ha effetti solo per quanto riguarda le statuizioni civili, dato che la procura, dopo l’assoluzione in primo grado, rinunciò a presentare appello. Ma rimane un’importante vittoria per i residenti – Gianni Tarroni, Mirella Zampolli, Filippo Ciribolla, Paola Peretti e Simone Piva – assistiti dagli avvocati Claudio Maruzzi e Carmelo Marcello.
Già una prima volta i giudici felsinei condannarono Marfisi per non aver impedito le emissioni fastidiose e a risarcire il danno ai residenti, ma la Cassazione annullò la sentenza con rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello, per sentire nuovamente un testimone. Al termine dell’udienza, è stata confermata la condanna per Marfisi, agli effetti civili, per molestie olfattive, confermando il risarcimento dei danni in misura di euro 3000 per ogni parte civile costituita e alla refusione delle spese legali di tutti gradi di giudizio.
In primo grado Marfisi venne assolti per mancanza dell’elemento soggettivo (dolo o colpa), nonostante il riconoscimento da parte del tribunale che il fatto – cioè gli odori molesti – fosse stato provato al di là di ogni ragionevole dubbio.
«I nostri assistiti, a suo tempo, avevano avuto ragione a credere nella giustizia, proponendo appello contro la sentenza del Tribunale di Ferrara – affermano gli avvocati Maruzzi e Marcello -. È fondamentale che nel mondo dell’industria si formi una vera coscienza della sicurezza ambientale e sanitaria. Non basta il rispetto formale dei limiti emissivi per non provocare disagi e sofferenze nelle persone che vivono nelle vicinanze delle fonti inquinanti, disagi e sofferenze a lungo patiti e documentati dai nostri assistiti, che hanno chiesto in passato e chiedono ancora oggi di poter vivere in condizioni ambientali normali».
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