Mesola
6 Giugno 2018
Avviato l'iter tra i due Comuni del Delta. L'indiscrezione confermata dal sindaco Padovani: "Le buone notizie corrono". Referendum consultivo entro fine anno

Fusioni, Mesola e Goro di nuovo insieme dopo mezzo secolo

di Redazione | 3 min

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Mesola e Goro. Quasi sessant’anni dopo la loro separazione, Mesola e Goro torneranno ad essere un unico Comune. La notizia, appresa in anteprima da Estense.com da fonti goresi, viene confermata dal sindaco di Mesola Gianni Padovani. C’è tutto l’interesse dei due municipi di avviare l’iter di fusione, con la chiamata al referendum consultivo che avverrà con tutta probabilità il 2 dicembre prossimo – quando anche i vicini Fiscaglia e Ostellato convocheranno i cittadini alle urne per lo stesso motivo.

“Vedo che le buone notizie corrono in fretta” commenta trattenuto Padovani, che in vista degli incontri istituzionali previsti nelle prossime ore preferisce rimandare ogni considerazione. “Come Comuni ci stiamo lavorando, ma ci tengo a rispettare tutti i passaggi, per una questione di rispetto istituzionale degli interlocutori, di maggioranze e opposizioni consiliari”.

Prima della consultazione popolare, ci penserà uno studio di fattibilità a delineare i tratti del nuovo Comune, che metterà insieme circa 10.500 abitanti, un territorio di 115 km quadrati e due località legate fino al 1962, quando Goro era frazione della più popolosa ed estesa Mesola. Entrambi nell’Unione dei Comuni del Delta del Po e con un istituto comprensivo scolastico condiviso, di recente i due municipi hanno unito le forze in campo turistico, attraverso una strategia di valorizzazione confluita nell’associazione Delta Welcome, estesa anche a Codigoro.

E come in ambito turistico, anche per la fusione i portatori di interesse avevano guardato oltre il confine mesolano, strizzando l’occhio ai Comuni contigui di Codigoro e Lagosanto, un input finora ignorato (salvo una dichiarazione del consigliere codigorese Marco Finotti). L’attenzione si concentra dunque su una fusione a due che i rispettivi sindaci avranno il compito di illustrare, approfondire e far ‘digerire’ ai cittadini tendenzialmente sempre più contrari a soluzioni di questo tipo.

Nello specifico l’impresa toccherà a Padovani, sindaco in scadenza di primo mandato nel 2019, e a Diego Viviani, rieletto per il secondo mandato nel 2016, che porta in dote al nuovo Comune circa 3700 goresi.

Le cronache recenti, in termini di fusioni, non hanno risparmiato toni accesi, incontri civici animati da favorevoli e contrari – in alcuni casi riuniti in ‘comitati per il no’-, relazioni di tecnici ed esperti, sindaci alle prese con rassicurazioni sulla fattibilità e sul rispetto del volere dei cittadini, in realtà chiamati solo ad una consultazione non vincolante.

Tutto ciò non mancherà certamente di caratterizzare il percorso di Mesola e Goro, di una fusione che è quasi realtà e che vedrà soprattutto i contrari esprimersi con una certa convinzione, attraverso i portavoce consiliari o direttamente ‘in piazza’, dal Castello Estense alla popolosa frazione di Bosco Mesola, dalla ‘fumantina’ Goro alla altrettanto vivace Gorino.

Località che riscriveranno la loro storia sotto un nuovo nome, quello del nuovo Comune: proposte in merito alla denominazione non sono al momento note, ma saranno presto formulate in vista della chiamata alle urne di fine anno. E chissà che non sia il ‘Comune di Canal Bianco’ una delle opzioni finali, in onore del corso d’acqua che dalle campagne di Mesola al mare di Goro lega naturalmente due territori affini.

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