Economia e Lavoro
1 Giugno 2018
Cgil, Cisl e Uil chiedono di aprire un nuovo confronto con la Regione nella Conferenza Socio Sanitaria Provinciale

Ambulanze e affidamenti al volontariato: i sindacati insorgono

di Redazione | 4 min

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“L’ennesimo strappo con cui decisioni tanto importanti per la vita e la salute dei cittadini vengono assunte”.  E’ netto il giudizio di Cgil, Cisl e Uil, che in un comunicato congiunto lamentano il comportamento dell’Ausl di Ferrara, che “su indicazione della Regione avvia l’iter per l’affidamento diretto triennale di un tassello fondamentale dell’assistenza sanitaria sul territorio, di tutto o in parte, dell’attività del servizio di trasporto sanitario emergenza urgenza alle associazioni di volontariato”.

Secondo i sindacati, infatti, in primo luogo “si sta parlando di un servizio e di funzioni comprese nei Livelli Essenziali di Assistenza e non di un servizio accessorio e dunque a noi pare davvero improprio pensare di affidarne la gestione ad un’associazione di volontariato. Secondo perché mettere a gara un servizio asserendo che solo sulla base delle offerte la Direzione deciderà se affidarlo in parte o in toto a noi non pare un buon modo di fare programmazione. Terzo perché due anni fa in Regione, alla presenza dell’assessore, a seguito della vertenza aperta da Cgil, Cisl e Uil di Ferrara sullo stesso tema, che ha visto migliaia di firme raccolte e consegnate, una grande mobilitazione di piazza durata un mese, si era sottoscritto un accordo con il quale ci si impegnava ad aprire un confronto tra la Regione e le Organizzazioni Sindacali al fine di trovare una soluzione condivisa tale da non mettere in contraddizione/contrapposizione il lavoro retribuito con il volontariato”.

Per i sindacati le cose però sono andate molto diversamente: “la Regione ad oggi non ha assunto nessuna decisione in materia, e a Ferrara i lavoratori e le organizzazioni sindacali hanno appreso dai giornali la notizia che il servizio verrà affidato, questa volta, ai ‘volontari’. Certo ciò avviene anche in conseguenza a quanto previsto in una legge nazionale, la “Riforma del terzo settore” 2016, la quale all’art. 57 prevede che tali servizi “possono essere oggetto di affidamento in convenzione alle organizzazioni di volontariato”. Una legge importante ma rischiosa se lasciata alla discrezionalità di decisori che ragionano con la sola lente del risparmio. Legge che risente del clima sociale in cui è stata approvata, anch’essa prevede il rischio di un netto peggioramento delle condizioni dei lavoratori. Non cambierà il lavoro che gli addetti al servizio dovranno fare, sempre di grandissima responsabilità; cambierà forse il loro contratto di riferimento, le tutele, il salario. c’è il rischio che a cambiare sarà anche la qualità del servizio”.

“Si vuole continuare a far pagare al lavoro – chiedono le organizzazioni sindacali – la carenza di risorse pubbliche destinate ai servizi? I tagli lineari, il definanziamento del Sistema sanitario nazionale, il blocco prolungato negli anni del tourn over, tutte misure che stanno progressivamente svuotanto il pubblico di competenze, risorse e professionalità. Misure che di fatto stanno privatizzando in modo strisciante i servizi stessi, spesso non distinguendo i datori di lavoro che nel privato sociale correttamente applicano i contratti nazionali da chi, nello stesso settore, lucra sul costo del personale..Come si concilia tutto ciò con il “Patto per il Lavoro” ? Quando si firmano intese dove la parola d’ordine per il rilancio dell’economia risulta essere Buona Occupazione, Legalità, controllo della filiera, sicurezza sul lavoro ( alcuni volontari nella nostra provincia “volontariano” anche per oltre 24 ore di fila senza alcun controllo ). A noi questa scelta sembra in netta contraddizione con i principi e gli obiettivi contenuti nel patto. Nulla però di quanto previsto dalla legge e dalla Regione è prescrittivo. Sappiamo bene anche che questo processo, per questo settore, è ad uno stato avanzato anche nella nostra Regione. Ma questo non giustifica la mancanza di una discussione”.

I sindacati chiedono a questo punto di aprire una nuova trattativa sulla delicata questione: “Noi chiediamo che su scelte così importanti si apra un confronto in Conferenza Socio Sanitaria Provinciale. Che quella sede, come abbiamo detto altre volte diventi o torni ad essere il luogo in cui si fa sintesi condivisa di scelte in materia di salute di comunità. Chiediamo che si apra in fretta un confronto con le organizzazioni sindacali, un processo di queste dimensioni e di questa valenza, non può essere preso sulla testa dei lavoratori, non potremo accettarlo”.

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