Cronaca
19 Maggio 2018
Le rilevazioni arrivarono da un detenuto nel carcere di Biella. L'uomo chiave un 35enne di nazionalità marocchina che viveva a Malaga

Igor fuggito dall’Italia in auto grazie a un amico

di Marco Zavagli | 5 min

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La droga nel fazzoletto da naso sporco

La seconda persona è stata controllata in viale IV Novembre. Nascosta accuratamente all’interno di un fazzolettino sporco utilizzato per soffiarsi il naso, c'erano circa 5 grammi di hashish. Con sé aveva anche 480 euro in contanti. Per tale ragione l'uomo è stato denunciato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio

Igor raggiunse la Spagna a bordo di un’auto. Una Audi A4 o una Mercedes 320 di colore blu scuro. A confidarlo ai carabinieri, nell’agosto dello scorso anno, fu un detenuto di origine marocchina che conosceva bene sia Norbert Feher che l’uomo che lo salvò dalla cattura in Italia.

Il detenuto ha contattato i carabinieri tramite lettera dal carcere lombardo, chiedendo la garanzia dell’anonimato perché temeva per la sua vita e per quella dei suoi familiari. L’uomo fa il nome di Touhami El Mehdi, 35enne di nazionalità marocchina, con il quale Igor aveva lavorato come corriere della droga e come complice nel traffico di clandestini.

La soffiata arriva mentre gli inquirenti stanno battendo le piste internazionali, una volta capito che Igor aveva ormai abbandonato la “zona rossa”. A quel punto partono intercettazioni telefoniche, ambientali e di videosorveglianza tese a monitorare i parenti. Si apprendono spunti importanti che riguardano i “trascorsi extranazionali” del fuggitivo, che poteva contare in “saldi punti di riferimento” in Austria, Francia e soprattutto Spagna.

Questo spiega l’informativa finale dei Carabinieri che accompagna la richiesta di rinvio a giudizio del pm Marco Forte.

Ad aiutare Feher durante la latitanza sarebbero stati alcuni familiari residenti a Subotica, dove è nato, in Serbia, a loro volta legati con connazionali stabilmente insediati a Vienna. Vengono poi i contatti spagnoli. Fondamentali. Questo in considerazione non solo di “legami stretti in nel corso di precedenti viaggi”, ma anche e soprattutto “in relazione all’attuale presenza nel paese iberico di italiani” che avevano fatto parte della sua cerchia di relazioni nell’ambito della malavita.

Nel settembre 2017 si svolgono due missioni in Serbia e in Spagna da parte dei due comandi dei carabinieri, di Bologna e di Ferrara, “che fornivano elementi di assoluta importanza, consentendo dunque di chiudere progressivamente il cerchio attorno al latitante”.

Alcuni parenti di Feher si erano spostati da Novi Sad, in Serbia, a Vienna. E in Austria Igor viene cercato proprio nelle settimane precedenti alla sua cattura, avvenuto in Spagna. I possibili contatti vengono messi sotto osservazione.

Nel frattempo dalla Spagna si scopre che lì si trova Luigi Scrima, suo ex compagno di carcere. Un altro suo compagno di cella, Ivan Bianchi, afferma che Igor conosce molto bene la lingua spagnola, sia parlata che scritta.

Sullo stesso profilo Facebook d’altronde, Feher postava frasi in lingua spagnola con riferimennti in particolare alla città di Valencia. Un suo amico aveva confidato ai carabinieri che “Igor mi aveva detto che prima di raggiungere l’Italia era stato per un periodo in Spagna e lì aveva degli amici che a suo dire avevano la possibilità di fargli aprire una gelateria o un bar… mi ha raccontato che in passato faceva dei trasporti di droga dalla Spagna verso l’Italia oppure dalla Serbia verso l’Italia”.

A supportare quelle dichiarazioni arrivano le parole di A.E.K., cittadino marocchino all’epoca detenuto presso il carcere di Biella che il 22 agosto del 2017 scrive al comando dell’Arma di ferrara di avere informazini sul ricercato: “so i nomi dei passaporti con cui va in giro, so chi lo ha aiutato a fuggire da Ferrara e chi gli ha affittato la casa dove si sta nascondendo sotto falso nome”.

Tre giorni dopo A.E.K. viene sentito e parla di un suo amico, Touhami Mehdi che “attualmente si trova in Spagna e precisamente a Malaga”. È lui “che ha portato passaporti falsi per darli a Igor”.

La fonte afferma che nel mese di settembre dell’anno scorso era stato fermato dai carabinieri con documenti falsi mentre viaggiava in auto. Nella macchina a dietro di lui c’era Igor a bordo di una Fiat Grande Punto grigia. Viaggiava con una donna, “una ragazza serba che abitava a Ferrara. Era bionda, alta 1,80 circa 25 anni molto bella magra con seno prosperoso. Igor l’ho conosciuto agli inizi del 2016 a Marbella”.

In carcere ha saputo da sua moglie che Mehdi era partito da Marbella per venire in Italia “e presumo sia venuto ad aiutare Igor a lasciare il paese”. Feher era amico di Mehdi, “di lui si fidava”. A Mehdi “Igor dopo ogni colpo inviava la foto dell’oggetto rubato” e “gli vendeva gioielli e orologi”.

Igor e Mehdi una volta erano anche stati fermati a Gibilterra, “ma Igor era riuscito a scappare. “Igor aiutava Mehdi a far entrare i clandestini in Italia fornendogli i documenti falsi direttamente all’aeroporto di Roma o di Milano. Igor accomapgnava le persone che arrivacano in aeroporto fino alla prima stazione ferroviaria e gli consegnava i documenti falsi”.

Prima del suo arresto A.E.K. Ricorda di aver sentito una conversazione telefonica nella quale “Mehdi diceva a Igor che lo avrebbe portato in Turchia per fare un intervento chirurgico per cambiare le impronte digitali”.

L’amico che veniva da Malaga, per far uscire il killer serbo dall’Italia “ha utilizzato sicuramente una Audi A4 o un Merceds 320 di colore blu scuro, entrambi con targa francese intestati a un cittadino serbo di cui Igor ha il documento falso. Ritengo che lui adesso si trovi a Mijas Pueblo (vicino a Malaga, ndr)”.

Il detenuto conosce bene anche i trascorsi personali di Feher: “in Spagna Igor frequentava sempre donne marocchine. Aveva sempre due cellulari, uno modello vecchio e uno smartphone Samsung S5. Aveva un carattere selvaggio da criminale”.

E afferma che in Spagna, “in un villaggio pima di Valencia, ha un amico o un parente”.

In Spagna si guadagnava da vivere “facendo il corriere di droga tra Gibilterra Valencia o Barcellona e utilizzava l’auto che gli forniva il trafficante”. A.E.K. Sa anche che “Igor ogni volta che commetteva un reato cambiava look tagliandosi i capelli o rasandoseli completamente”. E rende noti i programmi del plutiomicida per il futuro: “Non voleva rimanere in Italia, voleva fare un colpo grosso per poi trasferirsi in Spagna”.

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