di Margherita Mihalachi
Un auditorium stracolmo di studenti, quello del liceo statale “Giosuè Carducci” di Ferrara, che ieri mattina ha accolto Simonetta Della Seta, giornalista e direttrice del Meis, Anna Maria Quarzi, direttrice dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, e il critico cinematografico Vito Contento, per la proiezione del documentario “Shalom Italia” di Tamar Tal Anati.
“Una scelta molto rigorosa – dichiara Simonetta Della Seta – quella delle scuole. Non solo per un fatto didattico, ma perché è proprio attraverso gli studenti che si può trasmettere al meglio il valore della memoria”.
Liquida, mutevole e quasi irriconoscibile se osservata da prospettive diverse, è proprio la memoria la vera protagonista del “film” di cui si fanno portavoce i tre fratelli ebrei (Emmanuel, Andrea e Reuven Anati) che dopo 70 anni decidono di partire per un viaggio in Italia alla ricerca della grotta in cui si erano nascosti da bambini per sfuggire alle persecuzioni naziste.
“Un percorso umano – lo definisce Della Seta – per ritrovare sé stessi”. Un ultimo saluto alla terra che li ha salvati dai rastrellamenti fascisti a cui il titolo allude. Infatti, “Shalom”, che in italiano si traduce con “pace”, è una parola sacra per gli ebrei, saluto e augurio allo stesso tempo.
Sentimenti e storia raccontati in 70 minuti, con la delicatezza della regista, sceneggiatrice e produttrice Tamar Tal Anati.
“Un film che richiama anche i nostri giorni – sostiene Anna Maria Quarzi – perché come si dice nel documentario “il presente consiste nei ricordi, siamo fatti di memoria”.
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