Eventi e cultura
16 Aprile 2018
Il recupero urbano si sposa con la fotografia nel festival che ha attirato residenti e turisti 

Riaperture supera i 2mila visitatori nei luoghi chiusi di Ferrara

di Redazione | 3 min

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Dal 6 all’8 e dal 13 al 15 aprile, per due weekend, Ferrara è stata al centro della fotografia. Oltre 2000 presenze per un festival che ha unito il recupero di luoghi della città chiusi con una proposta fotografica trasversale. Quindici mostre in otto sedi diverse, con affermati autori italiani e internazionali, per una rassegna che ha cercato di stimolare i visitatori in più direzioni, sempre sul solco del tema della seconda edizione, il ‘Reale’.

 Con Riaperture la fotografia è entrata in luoghi suggestivi, come l’Factory Grisù, l’ex caserma dei vigili del fuoco di Ferrara, oggi consorzio di imprese. Le altre sedi di Riaperture 2018 sono state Palazzo Massari e Palazzina Cavalieri di Malta, chiusi dal terremoto del 2012 e riaperti per la prima volta grazie a Riaperture; l’ex drogheria Bazzi, che riaprirà dopo vent’anni in estate; Palazzo Prosperi-Sacrati, edificio rinascimentale chiuso da anni situato proprio di fronte al più noto Palazzo Diamanti; l’ex Chiesa di San Giuliano; Casa Niccolini; un’attività commerciale oggi dismessa in centro storico.

Grazie al programma di incontri e presentazioni, a Ferrara si è discusso di fotografia su più linguaggi. Camerae Magazine e Ctrl magazine, riviste indipendenti, hanno mostrato come si possa fare ricerca fotografica e indagare il reale con un approccio curato e approfondito. Letizia Battaglia e Francesco Zizola hanno raccontato al pubblico ferrarese la loro esperienza, segnata dalla fotografia e vissuta sempre con passione e rigore. Door, studio visivo polifunzionale di Roma, che ha curato due mostre (l’inedita di Antonio M. Xoubanova e Arimasa Fukukawa), ha presentato con Massimo Mastrorillo il primo master in Italia di libro fotografico. Synap(see) ha portato al festival l’esperienza del collettivo fotografico, mentre l’associazione Spazi Indecisi ha presentato il lavoro di cura dei luoghi abbandonati in Romagna, in affinità con lo spirito di Riaperture.

C’è stato spazio anche per la fotografia sportiva: Tornanti.cc (Francesco Rachello ed Eloise Mavian), fotografi professionisti di ciclismo, hanno spiegato al pubblico del festival come si può arricchire la fotografia sportiva, rendendola strumento di racconto del contesto e non soltanto di cronaca. Nel ricco programma, oltre alle letture portfolio e ai workshop e alle presentazioni degli autori delle opere in mostra, sempre molto partecipate, spazio anche alle proiezioni, con ‘Koudelka fotografa la Terra Santa’, al Cinema Boldini (in collaborazione con Arci Ferrara), e il documentario ‘Monte Inferno’, di Patrizia Santangeli, a Ferrara Off.

 Il festival di Riaperture è un tentativo di risposta all’abbandono di spazi chiusi della città, ridar loro vita, anche solo per sei giorni, con progetti, idee e persone: «Abbiamo cercato di offrire una proposta variegata per Ferrara – ha detto Giacomo Brini, presidente associazione Riaperture – che portasse sia a riprendere coscienza degli spazi chiusi della città, sia che smuovesse il pubblico nel guardare con occhi aperti alla realtà, smuovendo le zone d’ombra, ricercandone l’autenticità anche nel surreale, scegliendo che cosa merita di essere raccontato».

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