
Claudio Amicucci, Giuseppe Tretola, Luca Tebaldi e Umberto Tessari della Uil-Rua
di Martin Miraglia
Ci sono potenzialmente anche scioperi e una denuncia per comportamento antisindacale nel pacchetto di lotta contro l’amministrazione dell’Università di Ferrara discusso dalla Uil-Rua alla presenza del suo segretario nazionale Claudio Amicucci con i lavoratori giovedì mattina nel corso di un’anticipata assemblea al polo scientifico-tecnologico che ha visto la partecipazione di una trentina di dipendenti.
Tanti, secondo il sindacato che si dice costretto a procedere in solitaria “perché durante l’ultima contrattazione il mandato assembleare è uscito sminuito, ma vogliamo che il nostro malessere arrivi”, sarebbe i motivi dello scontento.
“Il personale è impaurito, e da questo nasce la necessità di far sapere che almeno uno dei sindacati non ci sta”, hanno spiegato Giuseppe Tretola, Luca Tebaldi e Umberto Tessari mentre hanno riferito di “riorganizzazioni permanenti” e di un’amministrazione “che non ha più interesse a difendere o mantenere le professionalità e della quale non ci fidiamo” a causa di diversi fattori: una concertazione disattesa nel giro di 24 ore, accordi “discriminatori nei confronti di colleghi che pur non rispettando la legge Madia lavorano con noi a tempo determinato quando l’amministrazione dovrebbe attingere a tutti gli strumenti legislativi per la loro stabilizzazione come bandendo concorsi con riserva di posti”, “politiche che non vanno verso un’espansione del personale, anzi molte persone da C diventano D in modo arbitrario”, oltre a spostamenti coatti e telefonate del direttore generale — che però, secondo Amicucci, “non ha trenta secondi per rispondere al telefono con un rappresentante sindacale nazionale”.
Non solo, tra gli altri intoppi segnalati dai lavoratori ci sarebbe anche quella relativa all’indennità di estrema professionalità: se recentemente sarebbe stata firmata la contrattazione integrativa del 2016, gli ‘EP’ sono fermi all’anno precedente e l’indennità — base pensionabile — “viene pagata al minimo del contratto senza distinzioni di incarichi”.
Tutte ragioni per cui, fa sapere la Uil, “la situazione ad Unife è grave, il malcontento è dilagante e trasversale e non abbiamo timore ad affrontare questo tipo di battaglie” contro “un’amministrazione che definire fascista è un eufemismo” perché “correttezza e trasparenza non ne abbiamo mai avute e i tempi per la lotta erano maturi qualche mese fa, ora è necessaria. È finito il tempo in cui la Uil viene considerata il terzo sindacato accessorio”.
“Contro le amministrazioni”, tuona duro infine Amicucci che conferma il pieno supporto del segretario nazionale alla battaglia, “le forme alternative allo sciopero sono poche. In alcuni posti basta qualche comunicato, in altri ho visto necessario occupare il senato accademico o il Cda. Certo però che nel contratto nazionale si possono mettere le frasi più belle del mondo, ma se non vengono applicate non ci sono alternative alla lotta o alle carte bollate con gli avvocati”.
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