Politica
11 Aprile 2018
Tagliani: “I numeri fanno riferimento a un avvocato domiciliatario di Bologna”. E l'elenco c'è già

Incarichi legali alla stessa persona, c’è una spiegazione

di Redazione | 4 min

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Incarichi legali a professionisti esterni: i numeri possono essere fuorvianti. Il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani replica ai dati estratti dal consigliere di Gol Francesco Rendine. Dati che parlavano di 170 incarichi a 23 professionisti esterni in otto anni. Di quei 170 incarichi 106 sono andati alla medesima persona.

“Il dato apparentemente eclatante – spiega Tagliani – confonde evidentemente tra incarichi in senso proprio per il patrocinio di cause del Comune con gli incarichi per procuratore domiciliatario o mero domiciliatario, necessari in cause seguite sempre dall’avvocatura comunale ma che si svolgono in circoscrizioni diverse da quella del Tribunale di Ferrara”.

Gli incarichi sono quindi quelli dovuti alla domiciliazione e riguardano avvocati di Bologna, Roma, Treviso, Torino, dove pendevano le relative cause. L’avvocato cui si riferiscono le 106 cause – fa saper il sindaco – è domiciliatario su Bologna. “E’ evidente che l’auspicio del consigliere Rendine di distribuire queste domiciliazioni sui tanti avvocati del foro di Ferrara non è praticabile trattandosi di domiciliazioni su Bologna o altre città”.

Quanto alla rotazione degli incarichi in senso proprio, “si è differenziato con incarichi ad avvocati diversi (ad esempio su quattro incarichi penali negli ultimi anni sono stati incaricati quattro avvocati diversi)”.

Il primo cittadino precisa che dal 2010 al 2017 il Comune ha sostenuto 306 cause; di queste 277 sono state patrocinate dall’avvocatura comunale. Le cause affidate alla difesa di professionisti esterni sono state in otto anni solo 29 di cui 11 in materia penale, perciò esclusa dalla competenza dell’avvocatura civica. Le restanti 18 riguardavano per lo più nuovi gradi di giudizio in cause risalenti agli anni ‘90 e perciò affidate, per continuità difensiva, al medesimo avvocato incaricato allora; i residui casi riguardavano materie di alta e particolare specializzazione.

La media delle cause affidate all’esterno diventa così di circa due all’anno (tre se si considerano quelle penali) su una media complessiva di 38 cause annue. Il dato è ancor più esiguo se si considera che tra le cause esterne in molti casi si tratta di diversi gradi del medesimo giudizio.

Quanto ai rilievi della Corte dei Conti, Tagliani ricorda che la giustizia contabile “ha effettuato un monitoraggio su diversi comuni della regione  con  rilievi simili per tutti e l’invito a trovare soluzioni adeguate. La questione degli incarichi legali, in relazione alla necessità per gli enti di scegliere i propri difensori in giudizio in modo fiduciario, è da tempo oggetto di contrasti giurisprudenziali. A differenza della Corte dei Conti, il Consiglio di Stato ha più volte affermato che gli incarichi legali hanno natura fiduciaria. Dal quadro normativo e giurisprudenziale, compreso quello della Corte dei Conti, è stata accolta la soluzione di dotarsi di un elenco di operatori qualificati disponibili a rapporti col Comune e non in conflitto di interessi”.

Quanto infine all’elenco che chiedeva Rendine, “il Comune di Ferrara si è già dotato di procedure per la formazione di elenchi di professionisti e la scelta dei soggetti affidatari degli incarichi; le modalità di iscrizione all’elenco dei professionisti legali sono state pubblicate nel 2017 sul sito del Comune; diversi avvocati del foro di Ferrara e del Foro di Bologna hanno presentato istanza corredata dei documenti richiesti a comprova delle qualità professionali e delle rispettive specializzazioni per materia. L’iscrizione all’elenco è sempre aperta. Gli incarichi vengono affidati sulla base di tali elementi e previa richiesta di preventivi di spesa. La predisposizione di tale elenco era già in corso di preparazione prima del monitoraggio della Corte dei Conti”.

Quanto alla richiesta di preventivi, “anche prima dei rilievi della Corte dei Conti (relativi a soli due casi motivati con l’identità con casi precedenti) il comune ha chiesto i preventivi, divenuti obbligatori per gli avvocati dal 2017”.

L’osservazione del consigliere sul presunto raddoppio nel 2015 della spesa preventivata di 5.000 euro e portata a 10.919, inoltre, “è frutto di un equivoco: la somma stanziata in 5.000 euro riguardava non gli incarichi giudiziali ma le consulenze. La somma indicata dal consigliere (10.916 euro per 9 incarichi) conferma l’esiguità delle somme in discussione, a fronte delle 29 cause affidate all’esterno negli ultimi anni sulle 306 trattate dall’avvocatura”.

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