Cronaca
17 Gennaio 2018
In una missiva inviata all'avvocato Anselmo si sostiene che una seconda pattuglia intercettò il fuggitivo il giorno dell'omicidio di Valerio Verri

Igor. Da una lettera anonima altro mistero sulla caccia al killer

di Daniele Oppo | 2 min

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Norbert Feher, alias Igor il Russo, venne avvistato dai carabinieri anche una seconda volta, proprio dopo che venne intercettato in via Spina, tra Molinella e Consandolo, l’8 aprile dello scorso anno.

Almeno secondo quanto si legge in una lettera anonima, piuttosto dettagliata e (pare) a conoscenza di comunicazione nella catena di comando, fatta recapitare all’avvocato Fabio Anselmo, legale dei figli di Valerio Verri, la guardia ecologica volontaria uccisa dal killer nel Mezzano, i quali la hanno portata a conoscenza dei cronisti. La lettera è già stata depositata in procura dallo stesso avvocato.

Secondo l’anonimo autore (o autori) quel giorno “Igor”, dopo aver fermato il fiorino bianco ed essersi allontanato tra le piante, tenuto sott’occhio dai tre militari in borghese che lo avevano intercettato, venne avvistato da altri due carabinieri (della stazione di Argenta) accorsi in supporto e posizionatisi sull’altro lato del boschetto.

Proprio da lì sbuco il killer, scappando – afferma l’anonimo – verso i ripetitori radiotelevisivi e verso il gruppetto di case che sta in cima al boschetto stesso. I due carabinieri di Argenta – di uno dei quali l’anonimo dà indicazioni (non precise) anche del cognome – avrebbero allora cambiato la posizione, indicata come a sinistra del boschetto osservandolo fronte antenne, e chiamato immediatamente il comando della compagnia di Portomaggiore, il quale avrebbe tempestivamente interessato il comando provinciale di Ferrara.

La missiva prosegue poi con delle considerazioni critiche rispetto alla gestione della ricerca del killer.

Se il contenuto della lettera fosse reale – ovviamente tutto va preso con le pinze trattandosi di un mittente anonimo – sarebbe la conferma di almeno uno dei tre momenti in cui Feher sarebbe stato avvistato durante la battuta di caccia iniziale, riportati al tempo da Estense.com.

Le fasi successive sono note: la caccia proseguì per lunghi mesi con un ampio dispiegamento di forze, l’impiego anche delle corpi speciali, l’uso di droni, ma fu infruttuosa. Igor riuscì a fuggire e recarsi in Spagna, dove è stato catturato poco prima di Natale, non prima di aver freddato altre tre persone.

“Mi aspetto – commenta Francesca Verri, figlia della guardia ecologica uccisa dal killer – che le circostanze di questa lettera, che sembrano molto precise, vengano chiarite e spero che non siano vere”.

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