Politica
23 Dicembre 2017
Per i No salvabanche l’atto dimostra “la paura verso chi capisce il rapporto malato tra banche e politica”

Querela del Pd all’anziana azzerata. Peruffo: “Perso il contatto con la realtà”

di Redazione | 3 min

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“Potremmo limitarci a segnalare l’aspetto grottesco di questa vicenda, ulteriore dimostrazione dell’arroganza della casta”. È il pensiero dei No Salvabanche all’indomani della querela, poi ritirata, del Pd nei confronti della risparmiatrice Carife Giovanna Mazzoni. Il comitato vede sotto quell’atto “la paura di chi è in grave difficoltà, di chi capisce che il rapporto malato tra banche e politica è un sistema che non può più essere nascosto, di chi vede la propria fine avvicinarsi”.

Per i No Salvabanche è “la paura di quella verità che da due anni discutiamo nelle nostre assemblee, urliamo nelle piazze, diciamo attraverso i mezzi di comunicazione, sventoliamo con la nostra bandiera. Di questo hanno paura, hanno tanta paura. E quando la paura non fa più ragionare, ecco che arrivano i “daspo”, i fogli di via, le denunce”.

Secondo i risparmiatori azzerati non è un caso che queste “denunce” arrivino in campagna elettorale: “per prevenire possibili contestazioni di chi è stato colpito dalle politiche dei governi Pd, per distogliere l’attenzione dalla Boschi e dai suoi amici, per ricostruirsi una verginità sulla pelle dei risparmiatori. Da mesi ormai Renzi va in giro per le tv a fare lo scaricabarile a raccontare fandonie sulle banche, mentre il presidente della commissione Casini è tornato a descrivere i risparmiatori come speculatori”.

Ma a distanza di due anni dal decreto salvabanche “è chiara la forza che abbiamo: la forza della verità, della determinazione, di lottare per la giustizia sociale”.

Sulla questione interviene anche Paola Peruffo, coordinatrice provinciale Forza Italia Ferrara, secondo cui la querela dimostra “se mai ce ne fosse ancora bisogno, tutta la confusione che regna all’interno del Pd, oltre alla progressiva perdita di contatto del Partito Democratico con il paese reale”.

“Nessuno, sia chiaro – precisa Peruffo -, intende sdoganare le offese e la possibilità di offendere un politico piuttosto che l’altro”. Nella singola fattispecie, però, “come si fa a non tener conto di vari aspetti chiave? Prima di tutto il fatto che la persona che protestava lo faceva, non solo a nome proprio, ma di migliaia di persone defraudate dei risparmi di una vita, per gravissime inadempienze altrui”.

E secondo la forzista “è chiaro a tutti che il Pd, come partito di governo, ha gravi responsabilità sulla vicenda della crisi Carife, così come di altre banche italiane, oltre ad aver disposto il conseguente decreto Salva-banche”.

Secondo, “Renzi – reale autore della querela depositata, seppure a firma Bonifazi – dimentica di aver reagito alle accuse di Giovanna Mazzoni, non incassando dignitosamente, ma offendendo a sua volta i parenti della signora”.

C’è anche un terzo punto: “appare ancor più una mossa subdola e strumentale quella dello stesso Renzi che, da moderno Giano Bifronte, in occasione del passaggio ferrarese del treno Pd ascoltava e prometteva soluzioni (lontano dai taccuini) per gli “Azzerati Carife” e con l’altra assaporava la vendetta per vie legali”.

Il tutto “con un atteggiamento sempre più autolesionista da parte del Pd, sia dalla segreteria che dagli esponenti di Governo, che sul fronte dei rapporti con le banche ultimamente non ne azzecca una”.

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