Cronaca
24 Dicembre 2017
Sono 50 le persone indagate. Su 100 istanze controllate oltre il 30% è risultato irregolare

Ricostruzione post sisma. La GdF scopre truffe per 10 milioni di euro

di Redazione | 2 min

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(immagine d’archivio)

Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Ferrara ha effettuato una denuncia nei confronti di una società operante nel settore della locazione immobiliare di beni propri, che avrebbe rappresentato in modo non corrispondente alla realtà la condizione di un immobile per il quale era stato richiesto un contributo di circa 2 milioni di euro.

Si tratta dell’ultimo caso di una sistematica azione di controllo che ha visto, sulla base dell’azione investigativa delle fiamme gialle, l’esecuzione di oltre 100 ispezioni nei confronti sia di imprese che di persone fisiche della provincia di Ferrara, che avevano inoltrato domande al fine di ottenere dalla Regione contributi per la ricostruzione o la riqualificazione degli immobili danneggiati a seguito del sisma del 2012.

Oltre il 30% delle istanze controllate sono risultate irregolari. I contributi illecitamente richiesti ammontano complessivamente a circa 10 milioni di euro, dei quali 3 milioni risultano essere già stati erogati, mentre altri 7 milioni sono stati oggetto di revoca.

Le persone indagate a vario titolo per truffa ai danni dello Stato e falsità ideologica sono state 50.

Gli accertamenti della Finanza ha permesso di scoprire che gli immobili, di proprietà sia di imprese sia di privati, erano già inagibili prima delle due scosse di terremoto che hanno colpito il Ferrarese il 20 e il 29 maggio 2012.

Dall’esame della documentazione istruttoria è stato rilevato che i beneficiari avevano falsamente attestato i requisiti richiesti per poter usufruire del finanziamento pubblico.

Nel dettaglio, gli immobili risultavano già in precarie condizioni strutturali prima del sisma, oppure non erano idonei a ospitare attività produttive già prima del maggio 2012.

In seguito alle comunicazioni inviate dai reparti della GdF alla procura, i contributi già elargiti sono stati proposti per il sequestro anche nella misura “per equivalente” e in parte sono già stati eseguiti sequestri su beni immobili, autovetture e conti correnti nella disponibilità degli indagati, mentre i fondi illecitamente richiesti ma non ancora erogati sono stati bloccati.

La Corte dei Conti è stata attivata per la contestazione e il recupero dei danni erariali conseguiti dai beneficiari indagati. L’attività di controllo è stata effettuata in collaborazione e con il supporto della Regione Emilia Romagna e dei comuni interessati.

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