Cronaca
17 Dicembre 2017
Poca fiducia anche nell'opposizione all'archiviazione della loro battaglia legale

La figlia di Verri: “Niente festeggiamenti né complimenti, ho avuto la nausea”

di Redazione | 2 min

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di Martin Miraglia

Francesca Verri

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“Ci sono altri tre morti, non vedo cosa ci sia da festeggiare”, spiega lei ai cronisti che la cercano per telefono e fa rimarcare in una stampa dal suo avvocato Fabio Anselmo che la assiste nella battaglia legale con la quale i figli dell’agente ucciso vogliono dimostrare che una serie di sottovalutazioni della pericolosità del latitante abbiano causato la morte del padre stante anche l’assenza di un allarme sulla sua possibile presenza nella zona.

Una battaglia però tutta in salita: non solo si attende una risposta dopo l’opposizione alla richiesta di archiviazione del pm, ma inizia a mancare anche la forza di andare avanti. “Cosa resta da fare quando un procuratore capo come Giuseppe Amato si complimenta con i colonnelli Andrea Desideri e Valerio Giardina per il lavoro svolto?”, dice in un’intervista riportata sabato al Corriere di Bologna, “Mi chiedo ancora quale sia questo lavoro, vorrei che me lo spiegassero, sono otto mesi che aspetto di incontrarli. Parla di ottimo lavoro e di nessun errore commesso: ci hanno detto che non sarebbe potuto andare all’estero ed è arrivato in Spagna; che lo avrebbero preso ed è stato catturato, vero, ma per caso e dopo aver ucciso altre tre persone. Non ci sono complimenti da spendere”.

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