Spettacoli
12 Dicembre 2017
Artisti e scienziati raccontano gli esperimenti del Cern sul grande schermo del Boldini

“Il senso della bellezza” nella scoperta scientifica

di Redazione | 3 min

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Questa sera, martedì 12 dicembre alle 21, al cinema Boldini sarà proiettato in replica “Il senso della bellezza, arte e scienza al Cern” per la regia di Valerio Jalongo.

L’acronimo sta per “Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire”; il Cern di Ginevra, creato nel dopoguerra dai fisici europei quasi come antitesi al Progetto Manhattan – che portò alle bombe americane di Hiroshima e Nagasaki – ha scopi pacifici, non ha finalità di lucro e le sue scoperte sono condivise e a disposizione di tutti.

Forse questo spiega un singolare paradosso nella storia di questa grande comunità di scienziati: e cioè come mai un laboratorio di fisica delle particelle, dove si persegue la conoscenza pura, senza alcuna applicazione pratica, sia stato all’origine dell’invenzione che più di ogni altra ha rivoluzionato le nostre vite. È infatti al Cern che nel 1990 nasce il World Wide Web, l’internet libero di un mondo senza più confini.

Il film ha aperto il 3° Festival Internazionale del Documentario ‘Visioni dal Mondo, Immagini dalla Realtà’, selezionato tra i 20 migliori documentari europei al Prix Europa 2017 a Berlino e invitato in numerosi altri festival.

Valerio Jalongo è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano, autore dei film Messaggi quasi segreti (1997), Sulla mia pelle (2003) e La scuola è finita (2010).

Il suo documentario illustra rilevanti quesiti cui è finalizzata la perenne ricerca di artisti e scienziati di tutto il mondo, con il risultato di riuscire a comprendere solo “il 4%, forse 5% dell’universo”. In nove capitoli si alternano immagini della natura così come la percepiamo, e opere d’arte ad essa ispirate, rifacendosi all’evoluzione scientifica.

Quattro anni dopo la sensazionale scoperta del “Bosone di Higgs”, il Cern è alla vigilia di un nuovo, eccezionale esperimento. L’esperimento è insieme un viaggio nel tempo più lontano e nello spazio più piccolo che possiamo immaginare. Così, l’infinitamente piccolo e la vastità dell’universo schiudono le porte di un territorio invisibile, dove gli scienziati sono guidati da qualcosa che li accomuna agli artisti. Tra scienziati che hanno perso l’immagine della natura, e artisti che hanno smarrito la tradizionale idea di bellezza, attraverso macchinari che assomigliano a opere d’arte e istallazioni artistiche che assomigliano ad esperimenti, emerge un ritratto di attività scientifiche e artistiche come indagine, come immaginazione, come autentico esercizio di libertà.

Mentre il nuovo esperimento del Cern procede nella sua esplorazione della misteriosa energia che anima l’universo, scienziati e artisti ci guidano verso quella linea d’ombra in cui scienza e arte, in modi diversi, inseguono verità e bellezza. Tra queste donne e questi uomini alcuni credono in dio, altri credono solo negli esperimenti e nel dubbio. Ma nella loro ricerca della verità, tutti loro sono in ascolto di un elusivo sesto, o settimo, senso: il senso della bellezza. Come diceva Einstein, il mistero più grande è la nostra capacità di conoscere l’universo, di afferrarne la misteriosa semplicità e bellezza.

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