di Cecilia Gallotta

Niente megafoni, né troppi striscioni. Non hanno avuto bisogno di fare la voce grossa gli studenti che hanno organizzato un corteo di protesta contro l’alternanza scuola lavoro, in parte perché qualche risultato, a livello nazionale, si è cominciato a vedere.

“Le ragioni di oggi sono le stesse del 13 ottobre”, spiega Arianna Poli, che quel giorno era scesa in piazza assieme agli studenti ferraresi, ma anche a quelli di tutte le città italiane, per rivendicare un’alternanza scuola-lavoro “gratuita, formativa, ma soprattutto regolamentata da uno statuto”.

Oltre alle “spese che molti studenti devono affrontare di tasca propria”, e al fatto che spesso “si rivela un’attività per nulla inerente col proprio percorso di studi”, è sulla costituzione di uno statuto che gli studenti battono il ferro, “perché ci sia così una forma di tutela e non si verifichino più i casi di violenza o di infortunio sul lavoro a cui purtroppo si è già assistito”.

Rispetto al 13 ottobre però qualche risultato c’è stato, perché in tre città pugliesi lo statuto degli studenti è stato approvato, l’ultimo proprio la scorsa settimana. “Siamo in contatto con l’Unione nazionale degli studenti – fa sapere Arianna – e vogliamo perseguire lo stesso iter che ha portato al loro risultato”.

L’intenzione è quindi quella, a partire dalla ventina di ragazzi presenti venerdì pomeriggio, di iniziare a redigere lo statuto, “e vogliamo farlo assieme agli studenti, tramite assemblee che alcuni dirigenti ci lasciano fare anche in orario didattico”, per poi presentarlo ai rappresentanti d’Istituto, con l’obiettivo che venga successivamente approvato e firmato dal consiglio d’Istituto.

Assieme “presenteremo anche una raccolta firme, così da avere un’entità numerica che dia forza alla nostra proposta. Continueremo a manifestare, scrivere e farci sentire, finché non otterremo un sistema di alternanza che rispetti gli obiettivi che dovrebbe avere”.