Politica
8 Novembre 2017
Il M5S di Ferrara propone la defiscalizzazione dell’acquisto di prodotti ricavati da plastiche miste

“Quasi metà della plastica recuperata finisce nell’inceneritore”

di Redazione | 3 min

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Forse non tutti sanno che, nonostante la differenziata, quasi la metà della plastica recuperata a Ferrara finisce comunque nell’inceneritore. Lo rileva il Movimento 5 Stelle di Ferrara, scartabellando i dati del “rassicurante report di Hera”, intitolato “Sulle tracce dei rifiuti”, che parla del 94,6% di materiali riciclati recuperati nei comuni gestiti dalla multiservizi.

Eppure non è tutto oro quel che luccica, si direbbe. “Mentre l’assessore Ferri – commenta il M5S – ci garantisce che il nuovo sistema a calotte, per ora ampiamente bocciato nella prova su strada, è il miglior sistema possibile, ecco arrivare la nota stampa di Hera con il rassicurante report “Sulle tracce dei rifiuti”, voluto e gestito dalla stessa azienda in un’ottica di “trasparenza”. Trasparenza che viene però meno nel momento in cui i dati vengono compattati e dati in pasto alla stampa e al grande pubblico, che poiché deve andare a lavorare per pagare la tassa sui rifiuti, magari non ha il tempo di approfondire”.

E i grillini nostrani hanno avuto il merito di approfondire ed “ecco quindi che, a fronte di una bella immagine utilizzata con cielo pulito sullo sfondo, si staglia un cartello che indica le vie del riciclaggio dei materiali fra cui svetta il termine “plastica”. La plastica, però, manca dalla lista delle altissime percentuali di materiali riciclati nel testo dell’articolo”. Scaricando il documento integrale del report, si scopre infatti che la plastica è stata recuperata per l’83,6%.

“A Ferrara (dove vengono prodotti 27,4 kg per abitante, ndr), la percentuale è quella “recuperata” – prosegue l’analisi dei Cinquestelle -. Quella “riciclata” è solo il 43%. Di questa, l’altro 57%, quindi parliamo di circa il 47% del totale, viene destinata al “recupero energetico”. Da cittadini immaginiamo si tratti della quota che viene bruciata e finisce in qualche percentuale nell’aria. A questa immaginiamo anche si aggiunga il 17% non recuperato per il 64% del totale”.

Secodo il M5S servirebbe ripensare le filiere del riciclo di alcune materie, in particolare per quanto riguarda la gestione dei consorzi di riciclo. “Ci sono alcuni materiali che attualmente, per convenienza economica, vengono inceneriti ma potrebbero invece essere trasformati in materia, come le plastiche miste”. Il Movimento 5 Stelle propone la defiscalizzazione dell’acquisto di prodotti ricavati da queste plastiche miste.

“Questo significherebbe dar vita ad un nuovo mercato di imprese del riciclo e ridurre progressivamente a zero il ricorso all’incenerimento. Così come la defiscalizzazione dei prodotti privi di imballaggio e lo stop agli incentivi economici a inceneritori. Quindi, sempre più lontano dal bruciare e dai termovalorizzatori. Siamo convinti che gli inceneritori vadano affamati non incrementati, seguendo quindi un trend opposto a quello proposto dall’attuale assessorato all’ambiente”.

Vengono poi le calotte. Una scelta che, “come ampiamente dimostrato, porta sì ad un aumento formale del recuperato, ma anche a una peggiore qualità dello stesso e quindi a una maggiore percentuale di “recupero energetico” con buona pace delle statistiche di mortalità per inquinamento atmosferico”.

Meglio insomma il porta a porta, dal momento che “supportati da uno studio sull’efficacia tecnica ed economica dei metodi di raccolta dei RSU, ci teniamo a ricordare che la raccolta differenziata porta a porta, rispetto a quella stradale, costa il 22% in meno per tonnellata di rifiuti totali gestiti e il 17% in meno in termini di costo per abitante. La raccolta domiciliare porta a porta spinta dà i maggiori risultati in termini di percentuali di RD e di conseguenza di riduzione dei costi”.

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