Attualità
23 Agosto 2017
Alcuni clienti si lamentano dell'atteggiamento della Macario e delle sue amiche. "Tenersi per mano è osceno? Episodio umiliante di discriminazione"

Presidente Arcigay redarguita in spiaggia: “Comportamenti inopportuni”

di Elisa Fornasini | 4 min

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Se Ferrara è stata definitiva una città “gay friendly, progressista e inclusiva”, gli stessi aggettivi sembrano essere seppelliti dalla sabbia dei lidi. Un presunto attacco omofobo ha scosso la tranquillità in riva al mare di uno stabilimento balneare di Lido di Spina.

Alcuni clienti si sono lamentati di “comportamenti inopportuni” tenuti in spiaggia da alcune ragazze. Tra queste c’è Manuela Macario, presidente Arcigay Ferrara, che ha visto questo episodio come un’espressione di omofobia, di umiliante discriminazione per il solo fatto di essere lesbica.

“In un ordinario lunedì di fine estate, mi ritrovo vittima dell’ennesimo episodio di discriminazione – racconta la Macario -. Eppure, nonostante il mio attivismo, nonostante il ruolo che ricopro, nonostante la mia da sempre affermata omosessualità, in 45 anni di vita è la prima volta che mi capita una vicenda così amara e sconcertante. Questa è un’estate strana, da Nord a Sud il Paese sembra improvvisamente attraversato da un rigurgito allarmante di xenofobia, intolleranza, omofobia, razzismo: se non sono i migranti sono i gay, se non sono i gay sono i disabili”.

In questo caso, il problema sembra essere l’orientamento sessuale di chi, come tutti gli altri, sta prendendo il sole sul lettino. “Sono da sempre cliente affezionata e abituale del bagno– ricorda la presidente Arcigay -, lo  sono da prima che gli attuali proprietari lo prendessero in gestione, ormai una decina di anni fa, forse più. Con i soci e gestori ho sempre avuto un rapporto di stima, quasi amicizia, perché ci sono luoghi del cuore, nei quali si ha sempre voglia di tornare”.

E così è stato anche ieri, lunedì 21 agosto, “ma non potevo immaginare che fosse proprio questo luogo a ‘tradirmi'”. “Non ho fatto in tempo ad avvicinarmi alla cassa che la titolare, con aria imbarazzata, mi ha chiamato in disparte – riprende il racconto la Macario – per dirmi che alcuni clienti si erano lamentati di comportamenti inopportuni tenuti in spiaggia da me e dalle “ragazze che stanno con me””.

Quale genere di comportamenti inopportuni? Non è dato saperlo. “È la domanda che mi è venuta spontanea fare ma  da quel momento è stato solo un susseguirsi di allusivi riferimenti, ma le allusioni al mio e delle mie amiche orientamento sessuale e affettivo erano più che sottointese” riferisce la Macario che, nonostante le “esplicite e incalzati richieste”, non ha ottenuto “risposte precise” su quali fossero questi comportamenti poco consoni.

“Frasi come “cose che in spiaggia non si fanno” aprono un ventaglio di possibilità nelle quali smarrirsi – prosegue la Macario -. Cosa mai abbiamo potuto fare “ io e le ragazze che stanno con me” di così inopportuno da scomodare la quiete di qualche cliente? Mi si muovono accuse calunniose, si allude ad atti osceni in luogo pubblico e non mi dici chi sia stato a fare queste rimostranze? Dopo vent’anni di onorato lettino al sole, nel quale l’atto più osceno è girarsi e rigirarsi come una cotoletta per garantire un’abbronzatura da far schiattare i colleghi a settembre”.

A meno che – ed è qui il succo del discorso – non sia osceno che due donne si tengano per mano. A meno che non sia osceno un bacio, ma cosa c’è di osceno in “un apostrofo rosa tra la parola t’amo”? A meno che quel bacio saffico non sia considerato inopportuno, a meno che mani che si sfiorano non siano considerate “peccaminose”, non saprei dare risposta all’umiliante affermazione priva di concreti contenuti fattami dai proprietari dello stabilimento”.

Ma se le stesse affermazioni fossero state fatte su una coppia adulta eterosessuale, i gestori li avrebbero presi da parte con aria costernata per metterli al corrente di tali rimostranze? È la domanda posta dalla Macario, “offesa da questa calunnia” perché “si dà per scontato che un gruppo di donne lesbiche possa fare cose inopportune“.

“Nulla di tutta questa vicenda è giusto – tuona la presidente Arcigay -. Non è giusto che qualcuno nel 2017 si permetta di calunniare e diffamare persone stimate e oneste, non è giusto che per la prima volta in 45 anni mi senta trattata come una cliente di serie b, una di quelle alle quali puoi dire senza colpo ferire che “non c’è alcuna spiegazione da dare e che si è fatto solo ciò che era giusto fare, così come faresti con il cliente il cui cane fa la pipì dove non dovrebbe farla””.

titolari, contattati da Estense.com, non sono riusciti a fornire un esempio di questi presunti comportamenti non consoni al buon costume e al vivere civile. “Ho recepito le segnalazioni di alcuni clienti che hanno riferito di comportamenti poco opportuni – replica uno dei proprietari -. La Macario la conosciamo bene, è nostra cliente da 10 anni, e le abbiamo riferito la segnalazione. Io non c’ero in spiaggia, non ho visto, non so quale sia il problema e non ho approfondito perché volevo starne fuori”.

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