Politica
21 Luglio 2017
L'ex city manager e consigliere comunale non fa prigionieri sulla questione Hera-Atersir

Conflitto d’interessi. Tavolazzi: «Marattin bella addormentata nel bosco»

di Redazione | 4 min

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Valentino Tavolazzi

di Valentino Tavolazzi

La bella addormentata nel bosco si è svegliata? Preferisco pensare che la domanda sul conflitto di interessi sollevato da Marattin alberghi nella sua mente da anni, ma, per un mix di codardia e carrierismo, tale realtà non sia mai stata da lui accettata, tanto meno ammessa pubblicamente. Purtroppo questa è la pasta del personale politico di oggi! L’occasione per sollevare la questione e proporre/adottare provvedimenti al riguardo, la bella addormentata Marattin l’ha avuta decine di volte, come consigliere comunale del pd e come assessore allo sbilancio comunale di Ferrara. Ppf ha presentato al riguardo numerosi emendamenti, risoluzioni, mozioni nel quinquennio 2009-14, sempre respinti da Tagliani (di cui Hera è ed è stato importante sponsor, soprattutto nella persona del defenestrato Maurizio Chiarini), dallo stesso Marattin con gli argomenti più esilaranti, nonchè dall’intero squadrone Pd in consiglio comunale, dedito alla permanente ed acefala alzata di mano, in occasione di ogni votazione. Ecco uno dei numerosi esempi risalenti addirittura al 2009. Leggendo ora il furbetto politicante Marattin, nelle vesti di scopritore “meravigliao” dell’acqua calda, viene in mente Al Capone negli Intoccabili di De Palma: “Sei solo chiacchiere e distintivo”.

Tagliani come al solito racconta balle e mezze verità, che sono la stessa cosa. Non dice ai cittadini che lui ha già venduto azioni Hera, ma solo quando glielo chiedeva il suo sponsor politico Chiarini, amministratore da poco defenestrato, che lo ha voluto sulla poltrona di sindaco dopo il disastro Sateriale. Egli sostiene che non conviene vendere, perché i dividendi superano il costo del debito. Anche questo è falso. I conti sono stati fatti più volte da Ppf e presentati in consiglio comunale, ma il Pd si è sempre trincerato dietro ai numeri sbagliati di Marattin e della dirigente Pellegrini, che comicamente non conteggiavano, nel costo del debito, anche la quota capitale (oltre agli interessi).

Non stupisce inoltre che chi ha redatto così bene il contratto derivato Dexia, che ha perso milioni di euro, abbia accettato sanzioni di anticipata estinzione del debito, che da anni nessuna banca pretende più. Ma questo problema, pure sollevato da Tagliani, è risolvibile con il negoziato, essendo il Comune cliente assai ambito per le banche.

Tagliani dice di meritare la medaglia per aver ridotto il debito. È patetico! Il debito cala naturalmente da solo, pagando ogni anno le rate. E a pagare non è stato certamente lui, bensì noi cittadini, che allo scopo siamo e siamo stati pesantemente tassati.

L’avvocato democristiano si erge inoltre a paladino della regolazione dei servizi da parte del pubblico, sfoggiando come al solito ipocrisia e furbizia da cortile. Lui non ha mai regolato un fico secco, perchè da Hera ha sempre preso solo ordini. Abbiamo le tariffe più alte del paese e l’azienda è padrona indisturbata di un mercato senza concorrenza, dal quale ricava una rendita di posizione monopolistica, grazie a sindaci (per così dire!) come Tagliani. Lui altro non è che il lungo braccio, dentro alle istituzioni, di questo sistema, che toglie denaro dalle tasche dei cittadini per riempire quelle dei soci privati di Hera, attaccati alla mammella di un monopolio garantito da sindaci subalterni.

Alla fine dei suoi dieci anni di mandato Tagliani non ha introdotto alcun miglioramento strutturale nei servizi pubblici, nè nella ridondante e spesso svogliata burocrazia amministrativa. A Ferrara abbiamo un cancrovalorizzatore iper dimensionato, al punto che bruciamo rifiuti di mezza Italia e al tempo stesso abbiamo incidenze di tumori mortali tra le più alte del paese. A Ferrara la raccolta differenziata è allo stato embrionale ed i cassonetti dominano le strade. Tagliani è ed è stato un flagello per la città, che ha impoverito e ridotta al lastrico. Subalterno ai poteri forti (Hera, Curia,….) ha scaricato sui cittadini perdite economiche gigantesche (derivato Dexia, Cà Leona, illuminazione pubblica….) e realizzato investimenti inutili, sbagliati e dannosi (Asilo del salice..). Non ha bonificato aree urbane pesantemente inquinate (quadrante est, via del Lavoro, Pontelagoscuro), né ha preteso che lo facessero Eni e gli amici nel petrolchimico. Non ha ammodernato la macchina comunale, che rimane la stessa di venti anni fa, con troppi dirigenti e dipendenti e con scarsa qualità dei servizi. Si è sempre mosso nell’ottica del potere, foraggiando clientele ed utilizzando risorse e posti di lavoro pubblici per alimentare il consenso dall’elettorato di riferimento.

Lui e il suo club di fedeli hanno espresso inadeguatezza amministrativa, nanismo politico ed assenza di progettualità. Con difficoltà potrebbe gestire una melonaia. Ma i ferraresi non hanno avuto scampo, perché alternative finora non si sono viste.

Riguardo all’opportunità di vendere le azioni Hera, ormai anche i bambini (e Marattin) hanno capito che si doveva fare anni fa. Non contiamo nulla nella società e non regoliamo nulla dall’esterno. Portare a casa i soldi ci permetterebbe di investire in importanti progetti di cambiamento. Al tempo stesso dovremmo batterci in regione per la radicale modifica dei meccanismi di regolazione (affidamento degli appalti, controllo delle prestazioni e delle tariffe). E’ questo il terreno nel quale un vero sindaco dovrebbe cimentarsi! Perché accada, tuttavia, occorre come condizione necessaria, ma non sufficiente, che non sia il sindaco di Hera.

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