Cronaca
5 Luglio 2017
Le prime parole di Roberta Previati, la mamma di Cenci, il 32enne ferrarese ucciso in Spagna

Omicidio di Valencia. La madre: “Il male è questo. Marcello non c’è più”

di Marco Zavagli | 3 min

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La sua vita e quella di suo marito è cambiata da domenica notte. Da quando il loro sonno è stato interrotto da una telefonata dei carabinieri che li avvisava che il consolato italiano in Spagna li doveva informare di una notizia. “Tutto è caduto, tutto è fallito” ripete a voce bassa, lentamente, Roberta Previati, la madre di Marcello Cenci.

“Cosa può dire una madre che perde in questo modo il proprio figlio? tutto quello che prima era in piedi è caduto, tutto è fallito. Dopo tre aggressioni violentissime è successo quello che è successo. Come si può non pensare che tutto sia fallito? Certo, ci sarà un processo; ci auguriamo che vengano chiarite le responsabilità e che ci sia una condanna, ma Marcello chi me lo dà indietro?”.

Roberta Previati non vuole attribuire responsabilità. Ora per lei e il marito è il momento del lutto per quel figlio andato a Valencia, in Spagna, per lavorare e da dove non è più tornato.

“Cosa possiamo pensare? Che la nostra vita è svuotata di senso perché non è stato fatto quello che andava fatto. Se ne leggono tante di notizie di stalker che arrivano ad uccidere la propria vittima. C’è qualcosa che non funziona, un vuoto normativo, non so, un buco nella legislazione. Tante mamme hanno sofferto come soffro io ora. A noi hanno tolto Marcello”.

Marcello nei ricordi freschissimi e nitidi della madre “era un bravo ragazzo, ha avuto la forza e il coraggio di partire per un paese straniero per trovare lavoro, perché qui non ce n’era. Era stato aggredito qui a Pontelagoscuro, poi a Valencia. Poi a dicembre era tornato per vedere il nipotino (il figlio del fratello maggiore, ndr) ed è stato picchiato davanti a casa”.

La Policia Nacional svolge i rilievi nella casa dove è stato ucciso Marcello Cenci (foto de Juan J. Monzó, Las Provincias)

La madre ricorda bene quella notte. “Le madri hanno un certo senso, non ero tranquilla. guardavo continuamente fuori dalla finestra. Doveva arrivare dopo le 23. La mattina dopo doveva prendere l’aereo per la Spagna. A un certo punto sento urlare, sento chiamare “babbo, mamma”, mi affaccio e vedo Marcello a terra pieno di sangue mentre l’altro lo picchia. Chiamo mio marito che corre fuori e solo allora Eder smette di infierire e scappa. Se uno arriva a fare una cosa così… E adesso Marcello non c’è più”.

Quanto invece ai genitori di Eder, amici da sempre della famiglia, “non ci hanno mai contattati. Dopo la seconda aggressione mai. Non voglio, non posso giudicare. Sono genitori anche loro. Dico solo che quel ragazzo seguiva una vita diversa dal nostro modo di pensare. E anche da quella di mio figlio. Non voglio aggiungere altro, ma è sotto gli occhi di tutti che lui c’è e Marcello invece non c’è più. Il male è questo. Marcello non c’è più”.

L’ultimo contatto con suo figlio Roberta Previati l’ha avuto sabato notte, all’1.05. “Ci sentivamo tutti i giorni per telefono o messaggio. Era ancora al lavoro, credo, quel posto chiude tardissimo. Ci mandavamo sempre il buongiorno e la buonanotte, ma quella volta non è arrivata nessuna risposta”.

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