Politica
22 Maggio 2017
L'amara lettera dei volontari dell'Unione Pescatori Estensi al presidente della Provincia

“Sulla pesca di frodo bisogna fare di più”

di Redazione | 5 min

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Dopo tanti proclami sulla lotta al bracconaggio ittico c’è ancora tanto da fare, a partire dal giusto coinvolgimento dei volontari che tanto hanno fatto in questi anni. Possiamo forse riassumere così la lettera che Marco Falciano, coordinatore dell’Unione Pescatori Estensi ha scritto al presidente della Provincia Tiziano Tagliani.

In particolare Falciano lamenta da una parte i ritardi nella stesura di un progetto per “riqualificare le acque e potenziare i controlli pesca senza gravare sulla finanza pubblica”e dall’altro l’esclusione dell’associazione dalla consulta ittica. La lettera fa notare inoltre come finora – nonostante gli sforzi – a differenza delle vicine regioni del Veneto, Lombardia, e nella provincia di Ravenna non sia stato contestato lo specifico reato previsto dall’articolo 40 introdotto con il Collegato Ambientale.

Di seguito il testo integrale.

Gentile Pres. Tagliani scrivo tale lettera per lamentare la situazione drammatica in cui versano le nostre acque interne.

A Ferrara abbiamo il più grande indotto economico del Nord Italia concentrato tra pesca sportiva e ricreativa. Abbiamo anche avuto per primi il problema del bracconaggio ittico che ha quasi sterilizzato i nostri corsi d’acqua. Noi pescatori ci siamo da subito organizzati costituendo un gruppo nutrito di guardie volontarie appartenenti all’associazione UPE – Unione Pescatori Estensi, ormai più di due anni addietro, e attualmente stiamo formando nuove guardie ittiche da sommare ai controlli. Siamo stati da sempre vicini alla politica locale, regionale e nazionale, e dopo aver tessuto ottimi rapporti con l’ufficio pesca regionale, abbiamo collaborato alla stesura della nuova legge sulla pesca e sull’art. 40 del collegato agricolo che ha introdotto il reato di bracconaggio ittico per la prima volta in Italia.

A fronte di tali presupposti di cittadinanza attiva, devo lamentare una situazione ormai quasi insostenibile.

Come Upe e Fipsas abbiamo proposto un progetto molto interessante riguardante le aree di pesca regolamentata, sul punto ci eravamo anche incontrati presso gli uffici della Provincia per richiedere un coordinamento dei comuni interessati al progetto, diversamente sarebbe molto difficile per noi andare in ogni singolo comune e “convincere” gli amministratori a seguirci. Ci abbiamo già provato coi Comuni di Bondeno, Ostellato, Argenta, Portomaggiore, Goro, Vigarano Mainarda, ma nonostante il tempo dedicato, attualmente ancora nulla si è mosso. Tale progetto, che prende spunto dall’Art. 20 LR 11/2012 permetterebbe di ottenere dei fondi per riqualificare le acque e potenziare i controlli pesca senza gravare sulla finanza pubblica. Il progetto è stato redatto oltre un anno e mezzo fa, e ancora mai approvato da nessun ente, salvo il Comune di Bondeno, per ora unico richiedente. Nel frattempo a Rovigo in poco più di due mesi hanno provveduto alla stesura e all’approvazione di un progetto per la concessione delle acque, molto più consistente e complesso, che prevede anche finanziamenti pubblici per la sua realizzazione. Ci chiediamo quale sia la differenza tra Rovigo e Ferrara, nonostante l’incessante operato dei pescatori per la tutela del territorio emiliano, siamo ancora inascoltati e non vediamo né fatti concreti né impegno, salvo quello mediatico.

Mi spiace dover constatare che nonostante in Provincia di Ferrara vi siano esempi di legalità unici come Claudio Castagnoli e i suoi uomini, o i volontari UPE che, collaborando insieme, hanno assestato alcuni colpi alle bande di bracconieri e hanno combattuto per l’approvazione delle nuove normative di settore. Nonostante ciò ancora nessuna operazione di rilievo è stata portata a termine contro la pesca illegale, ancora nessuna applicazione dell’Art. 40 – collegato agricolo – che persegue il reato di bracconaggio è stata riscontrata. E i carichi di pesce proseguono incessanti ogni settimana da Ferrara alla Romania, ingigantendo il danno ambientale già evidente. Nel frattempo in Veneto, Lombardia, e nella vicina Ravenna, sono ormai numerose le indagini già concluse, e seguite da denunce e processi penali contro i bracconieri.

In due anni i volontari UPE hanno percorso oltre 10 mila chilometri con le proprie auto, e sequestrato oltre 3000 km di reti a proprie spese (dati riscontrabili dai nostri registri), sostenendone tutti i costi. In questo lasso di tempo, abbiamo seguito ogni sviluppo e modifica delle normative regionali e nazionali ricevendo più riconoscimenti e attestati di stima da politici e amministratori, ma mai provenienti dall’ufficio territoriale caccia e pesca. E’ ironico che alla costituzione della consulta ittica locale, tale ufficio, non abbia nemmeno considerato che l’associazione UPE avrebbe avuto diritto, e sicuramente i meriti e i riconoscimenti, per proporre un valido candidato all’interno di quest’organo consultivo. Alla nostra richiesta di spiegazioni hanno risposto che non sapevano della nostra esistenza, cosa del tutto impossibile visto la conoscenza personale che intercorre tra me e i dirigenti dell’ufficio e considerato che in 2 anni in provincia di Ferrara abbiamo organizzato due diversi corsi per guardie volontarie, avendo come responsabile del corso e promotore proprio UPE e un suo rappresentante. Ironico è che le notizie sulla nostra attività e il nostro lavoro arrivino fino ad Assessori Regionali e ad alcuni Parlamentari, ma si fermino all’ufficio pesca territoriale.

Ben comprendiamo i bisogni e le necessità di un ente pubblico provinciale, ma non ci siamo mai limitati a criticare e pretendere, abbiamo sempre avanzato proposte e ci siamo da subito messi in gioco per salvare il nostro territorio e migliorare le norme. Mi rendo conto però, che se i medesimi progetti vengono vagliati e approvati in pochi mesi dai nostri vicini rodigini, e qui a Ferrara non solo ciò non avviene, ma debba anche controllare l’operato dell’ufficio pesca affinché non mi escluda da consulte alle quali come minimo, dopo il lavoro realizzato in questi anni, avrei il diritto sancito dalla legge di partecipare come associazione, allora dev’esserci qualcosa che non va. La scarsa considerazione per la pesca sportiva e per le nostre richieste è veramente palpabile, e chiediamo a lei Presidente di aiutare noi pescatori e cittadini ferraresi che abbiamo lottato e stiamo continuando a difendere il nostro territorio nei limiti della legge. Abbiamo bisogno di risultati e di scelte programmatiche decisive per muoverci dalla situazione di degrado in cui versano le nostre acque, rivendichiamo maggior considerazione da parte degli uffici tecnici competenti e continueremo ad essere parte attiva sull’ambiente e sulla tutela delle acque. Ma ci fermeremo se non saremo in grado di scendere da questa ruota di criceto, dove nonostante gli sforzi immani, rimaniamo sempre fermi nello stesso punto.

Marco Falciano
Coordinatore GGIV UPE – FIPSAS in Provincia di Ferrara

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