Cronaca
1 Marzo 2017
Lo sfogo della madre del 16enne derubato: "Non dorme da 2 giorni per paura delle minacce. Servono più controlli"

Rapinato del cellulare, “vivere in Gad è un incubo”

di Elisa Fornasini | 3 min

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(immagine d’archivio)

“Non posso neanche entrare a casa mia senza avere la paura di essere derubata o aggredita come è successo a mio figlio”. E’ lo sfogo di Margherita, madre del 16enne che lunedì notte è stato rapinato del cellulare in via Ortigara.

Margherita ha chiamato la redazione di Estense.com per precisare alcuni particolari di questo “ennesimo grave episodio in zona Gad” ma il racconto si trasforma presto in una liberazione a denti stretti: “Vivere qui è un incubo”. Un incubo testato in prima persona a mezzanotte e tre quarti di lunedì.

“Ero entrata un attimo in casa per prendere il telecomando del cancello e scaricare le valige, lasciando l’auto parcheggiata in strada – racconta la donna -. A bordo c’era mio figlio, giocatore dell’Hockey Club Merano e della nazionale di hockey, che stava dormendo, stanco dopo la partita che aveva appena disputato. Ad un certo punto un giovane di colore ha aperto la portiera della macchina e ha preso una borsa (piena di roba da stirare) e sfilato il cellulare di mio figlio. Lui se ne è accorto, ha aperto gli occhi e si è trovato di fronte questa faccia nera”.

Parte l’inseguimento. “Mio figlio ha reagito e pur essendo scalzo (si era tolto le scarpe per riposare comodamente in auto) è corso dietro al rapinatore che si era dato alla fuga in bici. Lui è uno sportivo e con uno sprint è riuscito a raggiungerlo una quarantina di metri più avanti. Il malvivente gli ha buttato la borsa addosso e nel mentre è caduto il telefono. Mio figlio è riuscito a raccoglierlo ma è stato aggredito con l’intimidazione a dargli dei soldi. Alla fine è riuscito a scappare con il cellulare”.

Durante la breve colluttazione sono volate anche delle minacce. “‘Se chiami i carabinieri te la faccio pagare’, gli ha detto, ma io ho segnalato subito l’episodio al 112 e sporto denuncia” spiega Margherita, ancora scossa per l’accaduto: “Quando sono uscita di casa e non ho visto più mio figlio, solo le scarpe lasciate in auto, ho provato terrore. Poi l’ho sentito più avanti in strada che urlava ‘mamma, mamma’ e sono corsa da lui”.

“Mio figlio è disperato – prosegue la donna -. Al di là del pericolo, non dorme da due giorni per paura delle minacce perché il ladro sa chi è e dove abita. Gli dispiace anche per lo smartphone, quelli di ultima generazione che costano 700 euro, perché dentro aveva tutto il materiale per la scuola. Chi l’ha preso poi non se ne farà niente, per sbloccarlo c’è il riconoscimento dell’impronta digitale”.

Tanta paura per un bottino inutile, quindi. “Quando ho fatto un giro per cercare il bandito, ho incontrato due pattuglie della municipale. I carabinieri hanno impiegato quasi mezzora per arrivare, fossero intervenuti subito l’avrebbero preso. Ma non è colpa loro, mi hanno spiegato che con i tagli non hanno abbastanza pattuglie in servizio di notte. Servirebbero più controlli, non voglio parlare di esercito ma bisogna prendere provvedimenti per la sicurezza. Io abito a Merano ma scendo a Ferrara quasi tutte le settimane e ogni volta ce n’è una nuova. Qua di fronte rapinano le vecchiette, rubano le biciclette dai giardini, ogni giorno è un via vai di spacciatori. Sono entrati anche nell’appartamento di mia madre (quello in via Ortigara, ndr) ma non hanno rubato niente perché non ci sono soldi. Anche mia sorella vive qui e conferma che sia un incubo. Pago 800 euro di immondizia per una casa in cui non vivo, questi soldi si potrebbero usare per qualcos’altro, come pagare uno stipendio per controllare maggiormente la zona”.

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