Il confronto tra novembre e dicembre 2016 sulle ore autorizzate di cassa integrazione non tragga in inganno, perché l’anno appena trascorso è stato un disastro.
Lo si evince dall’ormai consueto studio della Uil nazionale che evidenzia come in provincia di Ferrara l’incremento di ore di cassa integrazione autorizzate – si badi bene, non è detto che siano state usate tutte, ma rimane un segnale di crisi – per le aziende che hanno fatto richiesta è aumentata del 106,5% rispetto al 2015, che già non fu un anno da ricordare in positivo. Un dato che vale un “non invidiabile terzo posto” – per usare le parole del segretario provinciale Uil Massimo Zanirato – a livello nazionale dietro Livorno e Avellino e prima di Catanzaro, Nuoro e Ragusa. Tra le province emiliane, oltre Ferrara, Reggio Emilia è quella che mostra i segni peggiori, ma l’incremento è comunque “solo” del 33%.
I dati totali del confronto dicono che in provincia di Ferrara sono state autorizzate 2 milioni e 488mila ore di cassa (sia ordinaria, che speciale, che in deroga) nel 2015, contro le 5 milioni e 136mila ore del 2016. Qui l’unico segno meno – di fatto ininfluente, è quello della cassa in deroga calata del 27,1%, ma il vero fattore è il boom della cassa ordinaria che passa da mezzo milione di ore richieste a oltre tre milioni.
A livello regionale, in Emilia Romagna si constata un aumento generalizzato delle ore, ma la media tra le province si ferma poco sopra il 6%, mentre il dato nazionale parla di -14,8%, anche se la cassa integrazione nel 2016 è riuscita a salvaguardare 50% in meno dei posti di lavoro
Eppure, scorrendo il report, il confronto tra i mesi di novembre e dicembre 2016 poteva dare qualche speranza: Ferrara è stata infatti la provincia in qui si è registrata una delle diminuzioni più imponenti di richieste di Cig, pari quasi al 90% in meno da un mese all’altro, seconda miglior performance dopo Ravenna.
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