Economia e Lavoro
22 Agosto 2016
Sempre più probabile l'ipotesi di una cessione scorporata dei quattro istituti per massimizzare gli introiti

Carife: Ubi Banca interessata all’acquisto, ma il tempo stringe

di Redazione | 2 min

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SEDE CARIFETre gruppi bancari per il salvataggio di quattro banche con i conti in regola ma ben poco appeal sul mercato: si fa sempre più probabile l’ipotesi ‘spezzatino’ per il salvataggio di Carife, Banca Etruria, Banca Marche e Carichieti, dopo che il direttore generale delle nuove ‘good banks’ Roberto Nicastro ha rispedito al mittente le offerte vincolanti di acquisto giunte dai fondi Apollo e Lone Star per i quattro istituti in blocco.

Come anticipato all’indomani di quella decisione, il ‘piano B’ dell’Unità di Risoluzione diretta da Nicastro era chiaro da subito: ricontattare i potenziali acquirenti che si erano via via dileguati dalla trattativa e proporre nuove condizioni di acquisto, anche alla luce del drastico crollo del valore di mercato del prodotto ‘in vetrina’: le quattro banche.

La strategia insomma comincia a delinearsi chiaramente: tramontata l’ipotesi di vendere i quattro istituti accorpati allo stesso operatore, Nicastro spera di massimizzare gli introiti scindendo il ‘pacchetto’ in quattro operazioni distinte, una per ogni good bank in vendita. L’obiettivo è chiaramente quello di raccogliere una cifra complessiva superiore al mezzo miliardo, ovvero all’entità delle offerte giunte dai fondi. E nel corso delle ultime settimane, secondo fonti del Sole 24 Ore, tre grandi gruppi sarebbero tornati a farsi sentire con offerte per l’acquisto dei singoli istituti.

Nel dettaglio, si tratterebbe di Ubi per Carife, di Bper per Banca Etruria e Banca Marche e la Banca Popolare di bari per Carichieti. L’ostacolo principale alla trattativa è rappresentato dalle tempistiche: Nicastro ha tempo fino a fine settembre per concludere la vendita dei quattro istituti, dopodiché scatterebbero le sanzioni europee per gli aiuti di Stato.

 

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