
Laura Piazzi e Luigi Iannaccone
Si infittisce il caso dei 30 migranti a Gaibanella che dovrebbero essere ospitati tramite Coop Camelot ne Il gatto e la luna club, struttura che fa parte di Villa Modoni e della cui conduzione si occupa la Gbs srl (Global Business Service), società con la quale la stessa Camelot ha stipulato una convenzione per l’utilizzo delle camere. Nel turbolento incontro dell’altra sera in paese è stato il proprietario Alberto Minghini a contestare la validità della convenzione, sostenendo che, essendo la locanda sottoposta a pignoramento dal tribunale, il contratto di affitto della Gbs con la società proprietaria dell’immobile, l’Immobiliare Le Robinie, sarebbe rescisso e quindi non valido. La Gbs, insomma, secondo Minghini sarebbe fuori dai giochi.
Non sono dello stesso avviso però Laura Piazzi, amministratore della Gbs, e il marito Luigi Iannaccone, figlio di uno dei soci della stessa società, che gestiscono la locanda e vivono in affitto al primo piano della villa. “Il contratto d’affitto della locanda – sostiene Laura Piazzi – è assolutamente valido nonostante il pignoramento, in quanto regolarmente registrato. Non a caso l’immobile è stato messo all’asta specificando che è occupato. Il nuovo proprietario dunque subentrerà nel contratto. Avevamo quindi tutto il diritto di fare una convenzione con Camelot”.
I motivi che hanno portato la Piazzi a stipulare la convenzione risalgono a tutta una serie di difficoltà incontrate fin dal momento in cui sono entrati in possesso della locanda, circa due anni fa. “Avevamo in progetto di realizzare un’attività sociale – racconta – un circolo ricreativo culturale sportivo, oltre a un parco felino con attività di pet therapy. Abbiamo dato due anni di anticipo e abbiamo sostenuto le spese strutturali di ripristino della locanda. Noi abitiamo in affitto al piano di sopra, che è intestato a un altro soggetto, e anche sopra abbiamo dovuto sostenere spese per interventi. Nella parte di villa adiacente a noi abita il Minghini. Dal momento in cui siamo entrati in possesso della locanda abbiamo subìto una serie di azioni vessatorie, sia personalmente che ai danni della parte commerciale. In sostanza, dopo avere avviato il circolo, abbiamo dovuto interrompere l’attività, senza riuscire mai ad avviare la parte ricettiva. Avevamo chiesto di avere indietro le spese strutturali sostenute e per tutta risposta i proprietari si sono costituiti in condominio e ci hanno chiesto spese condominiali per 30mila euro, mai documentate, che abbiamo onorato per mille euro quando ci è stato mostrato il consuntivo”.
“Da Camelot ci è stato chiesto un supporto di emergenza per i migranti – prosegue – e a quel punto abbiamo pensato che si poteva recuperare almeno parte delle spese, dato che la locanda è vuota da due anni. Diamo la disponibilità di alcune camere e stipuliamo la convenzione. Perché avremmo dovuto tenere le camere vuote quando si prospetta la possibilità di aiutare in una situazione di emergenza? Chiaramente non lo facciamo a titolo gratuito”.
Una disponibilità, quella fornita dalla Piazzi e dal marito, che ha scatenato proteste e l’ira del Minghini, che ha tirato in ballo il pignoramento della locanda e lo sfratto ai due coniugi dall’appartamento occupato al piano superiore. “Uno sfratto – precisa la Piazzi – che non riguarda la locanda, ma solo il nostro appartamento, ed è relativo non ai canoni d’affitto, che sono stati regolarmente pagati, bensì alle spese condominiali che non ci sono state documentate. Su questo abbiamo avviato un procedimento per verificare se lo sfratto è valido”.
I due coniugi sostengono di essere stati vittime nel tempo di azioni vessatorie con “auto danneggiate, violazioni della privacy, dodici accertamenti sulla regolarità della locanda”. Inoltre “due gatti sono scomparsi e diversi hanno subìto maltrattamenti – prosegue la Piazzi – per non parlare delle accuse di truffa e di esercizio abusivo della mia professione di avvocato, che il giudice ha archiviato trattandosi di accuse infondate”.
Come riportato da Estense.com, ieri un camion di un’impresa di arredamenti si è recato alla Locanda della Luna di Gaibanella per allestire la villa per i richiedenti asilo, ma ha dovuto fare dietrofront in seguito alle proteste del proprietario della villa e di alcuni esponenti della Lega Nord. Ora Iannaccone e la moglie stanno valutando se intraprendere azioni legali nei confronti del proprietario per i suoi atteggiamenti ostativi.
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