Politica
4 Agosto 2016
Incontro accesissimo nella frazione. Il proprietario della struttura che dovrebbe ospitare i profughi nega qualsiasi disponibilità e la Lega attacca Sapigni

Migranti a Gaibanella, esplode la contestazione

di Redazione | 4 min

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Schermata 2016-08-04 alle 13.02.02Che sia stato un confronto acceso è dire poco, un puro eufemismo. L’incontro organizzato mercoledì sera a Gaibanella – dove è previsto l’arrivo di 30 migranti – è stato più che altro una dura, lunga contestazione all’assessore Chiara Sapigni.

Difficilmente è riuscita a concludere un discorso, interrotta sempre dalle contestazioni di alcuni cittadini della frazione, ma anche da rappresentanti politici presenti: Nicola Lodi della Lega Nord su tutti, ma si sono visti anche Luana Veronese da Copparo e alcuni esponenti di Casa Pound in maglia nera e scritta gialla ben visibile.

Il tema al centro dell’incontro era l’arrivo dei 30 profughi, che dovrebbero essere ospitati tramite Camelot nella Locanda della Luna, una bella villa con piscina e quattro ettari di parco. Sul punto – dopo vari tentativi di intervento – ha preso la parola il proprietario: “Non lo possono fare a casa mia – ha detto -. Se siamo qua perché l’idea è di metterli lì a casa mia si sbagliano perché non succederà mai”. Il motivo lo spiega dopo: “Siamo i proprietari di questa struttura. Questi signori hanno preso per buono quelli che hanno preso in locazione la nostra villa. I locatari avevano preso affitto casa e locanda. Questo – dice sventolando dei fogli – è l’ordine di sfratto del giudice della settimana scorsa dall’appartamento, perché non mi hanno pagato le spese condominiali. Per la parte sotto (la locanda, ndr) hanno un contratto d’affitto ma la locanda è sottoposta a pignoramento dal tribunale: loro non possono fare niente, il contratto che hanno è rescisso, sono fuori dai giochi, tutta questa problematica non sussiste, da noi non ci vanno. Mettervi in affari con la gente senza sapere se hanno la disponibilità dei locali vuol dire che lavorate coi piedi”.

Questo è stato il nodo più grosso – non sciolto durante il dibattito – dell’intera serata e quello che ha portato alla presenza della Lega Nord e di Nicola Lodi, che già sapeva in anticipo quanto aveva da dire il proprietario e che ha organizzato una diretta Facebook dell’incontro.

Ma le contestazioni sono state su tutta la linea. A partire dai dati sull’accoglienza a Ferrara snocciolati dalla Sapigni, ad oggi ci sono 674 ospiti in tutta la provincia, così suddivisi: 369 a Ferrara, 13 ad Argenta, 8 a Cento, 25 a Codigoro, 29 a Comacchio, 27 a Copparo, 27 a Fiscaglia, 39 a Ostellato, 26 a Vigarano, 6 a Poggio, 5 a Tresigallo, 1 a Bondeno, 21 a Berra, 14 a Ro Ferrarese. ““In base alle persone residenti, ogni arrivo è ripartito proporzionalmente per regione – spiega l’assessora -. La Regione riceve il 10% degli arrivi, si è strutturata con un hub a Bologna, dove vengono concentrati gli arrivi, e la prefettura di Bologna li distribuisce in funzione dei residenti. Alla provincia di Ferrara spetta il 7% delle persone arrivate a Bologna”. La prefettura estense ha poi un contratto di servizio con l’Asp per l’accoglienza: “Ad oggi sono 47 le strutture operative in tutta la provincia”, ha spiegato Sapigni.

Le contestazioni sono state tante e su tutta la linea – accese al punto che è dovuto intervenire più volte un carabinieri per riportare un po’ di calma, durata sempre non più di qualche secondo -, sui finanziamenti per l’accoglienza (i famosi 35 euro al giorno), sugli obblighi per gli ospiti e le conseguenze per le violazioni, sulle attività di volontariato a cui destinarli.

Una donna dal pubblico ha contestato anche questo punto: “Qui ci sono quattro attività e voi fate fare volontariato a 30 persone ospiti. Dove? Nelle scuole? Qui ci sono genitori che i bambini li tolgono dalla scuola. Non siamo tranquilli. Cosa pensate di fargli fare?”

E ancora dal pubblico: “Ci troviamo a subire presenze in un rapporto sproporzionato. Vedo dei gran ragazzi palestrati, è un business. Vorrei sapere i 35 euro dove vanno a finire. Non c’è un controllo nei centri, non si sa chi entra e chi esce, questa è una truffa. Integrazione cosa significa? Mettere 30 persone concentrate lì?”

A rispondergli è Nicola Lodi, la cui voce si è sentita spesso: “È un business per voi cooperative questo qui, l’ha detto il prefetto: la maggior parte non vengono da zone di guerra”. La risposta dell’assessore è che “Il primo che ci chiede di fare queste cose è il prefetto”, a cui ha controreplicato l’esponente del Carroccio: “Fate opposizione, rappresentate noi cittadini, non loro”.

Ma non è finita, prende la parola un altro signore: “Ammiro il vostro coraggio, ce ne vuole per venire qui e fare una figura di questo genere. Tutti sanno che li andiamo a prendere, non è che sbarcano. Questo vizia tutta la catena, questo è un business. Se è un imposizione non è accoglienza. L’accoglienza non è questa – io ho amici, non sono un razzista – ma questo è cercare di cavare le castagne dal fuoco e di pensare dove mettere queste nuove persone che vengono poi riconosciute come aventi diritto nel 3% dei casi. Gli altri vanno a mendicare, rubare. Poliziotti e carabinieri sanno che va così. Voi non avete più credibilità”.

Altre contestazioni, fortissime, sono arrivate verso la fine quando l’assessore ha detto che “i 674 ospiti oggi a Ferrara non stanno dando nessun problema”, provocando cori a lei diretti: “Dimissioni, dimissioni”, “vergognati”, “fuori”.

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