Politica
24 Giugno 2016
Cresce la protesta. Mantovani: “Non ci vediamo chiaro. C’era un progetto alternativo”

Abbattimento alberi, partono due esposti

di Redazione | 3 min

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Tommaso Mantovani

Tommaso Mantovani

di Silvia Franzoni

I 12 bagolari di corso Pieve sono già stati tagliati ma la polemica scatenata dall’abbattimento di alberi secolari per soddisfare la normativa sulla sicurezza per l’ampliamento dello Stadio – e permettere così alla Spal di giocare regolarmente la Serie B – non si placa, ed è anzi destinata ad accrescersi ancora.

Dopo la protesta delle catene di mercoledì scorso, le numerose lamentele dei cittadini e i commenti dell’assessore Modonesi e del presidente Mattioli, e in attesa della ‘veglia funebre’ di stasera, questo pomeriggio si è consumato un altro atto della vicenda: la protesta dei simpatizzanti penta stellati, come si sono definiti,– ma c’è anche chi si è accodato “in qualità di semplice cittadino”.

È Tommaso Mantovani a prendere parola e a spiegare le ragioni della conferenza stampa indetta proprio a ridosso di corso Pieve: “noi non ci vediamo chiaro, abbiamo profondi dubbi sulla legittimità dell’intervento”. I punti della questione ritenuti oscuri cercheranno risposta anche attraverso gli esposti presentati in procura: sono due quelli depositati, uno a firma di Mantovani, che si chiede “perché non sia stata tenuta in considerazione la valenza storica della struttura e della planimetria urbanistica del quartiere”, ed uno a firma di una residente, Giovanna Mazzoni, che avanza invece perplessità riguardo alla “liceità di soldi pubblici spesi per aziende private (quelle appaltatrici dei lavori di adeguamento, ndr)”.

I toni ben presto, però, si scaldano e la stampa diventa il mezzo per far rimbalzare affermazioni pungenti: “non è forse tutta un’azione di propaganda che cavalca la promozione della Spal? Forse valgono più i voti degli spallini di quelli degli ambientalisti”. E poi l’assist per il Movimento 5 Stelle: “sarebbe da valutare un esposto alla corte dei conti, perché a differenza di quanto dice l’assessore Modonesi altri progetti c’erano – afferma Mantovani, mantenendo però la segretezza in merito e dicendosi disposto a chiarire in altre sedi – e riguardavano transenne semovibili che sarebbero costate certamente un terzo”.

Le rimostranze dei cittadini sono anche altre, e meno politiche: “i cartelli dicevano potatura, nessuno ci ha avvisati che li avrebbero abbattuti” raccontano. Una residente, Paola Solito, specifica che “avremmo voluto che fosse chiesto il nostro parere, che ci avessero resi partecipi, invece abbiamo saputo tutto da Facebook”. Dal piccolo gruppo di cittadini formatisi all’angolo con via Ortigara si alzano commenti al vetriolo: “Tagliani di nome e di fatto”, “è stato fatto tutto come fossimo in una dittatura”.

Sul posto anche il consigliere comunale M5S Claudio Fochi, che è intervenuto per difendere l’operato del proprio gruppo nell’aula consiliare contro le critiche dei Cittadini 5 Stelle. In particolare, è l’astensione dei consiglieri pentastellati ad essere etichettata come “scandalosa”, un’astensione che però troverebbe ragione “nella poca chiarezza del progetto” come specifica Fochi, il quale appoggia la protesta degli ambientalisti e rimanda al mittente anche le accuse di inefficienza: “per ispezionare il cantiere il 22 giugno avevamo bisogno di una richiesta per accedere agli atti, la cui risposta è arrivata solo oggi, stiamo verificando la sussistenza di effettive ragioni di sicurezza e abbiamo anche parlato con la Sovrintendenza, che però non è competente in materia”.

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