Politica
18 Aprile 2016
Bratti (Pd): "Non era il caso di farlo, ma risultati vanno presi in seria considerazione"

Referendum, cosa si dice dopo il voto

di Redazione | 4 min

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7ef0cbc2-cea8-4332-b1b6-e6e79a82afa3“Anche se si arrivasse al 30 per cento per un referendum che non era il caso di fare, il risultato deve essere preso in seria considerazione”. Alessandro Bratti, deputato ferrarese del Pd, riconosce l’onore delle armi – e anche qualcosa in più – ai promotori del referendum del 17 aprile, fallito con il mancato raggiungimento del quorum.

Ma il deputato eco-dem – che ha affidato le sue considerazioni a Facebook poco prima che si conoscesse il dato definitivo sull’affluenza – riserva anche una bacchettata a chi, dal suo partito, si è lasciato andare con commenti non proprio rispettosi. Il riferimento implicito sembra essere quello a Ernesto Carbone e al suo ormai famigerato #ciaone su Twitter: ” Gli arroganti e gli sbruffoni non mi piacciono e non mi sono mai piaciuti – scrive Bratti -. Sono il substrato su cui si sviluppano le dittature, sono gli atteggiamenti dei Di Battista di turno che non reggo. Mi piace rispettare le scelte quando sono consapevoli anche se diverse dalle mie. Ora credo ci si debba impegnare per modificare le linee di una strategia energetica obsoleta e non in linea con le decisioni prese a Parigi sulle politiche del clima”.

Più esplicito nella critica è il sindaco di Ostellato Andrea Marchi, già infastidito quando il Pd decise di puntare sull’astensione: “La politica – scrive su Facebook – mi ostino a pensarlo, è anche garbo e correttezza. Non da ultimo, ma altrettanto importante, il rispetto. Il tweet di Ernesto Carbone, deputato del Pd, che irride il probabile mancato raggiungimento del quorum, è triste e fuori luogo. Peggio, manifesta l’assoluta mancanza di quelli che una volta chiamavamo i “fondamentali” della politica, fatti di riflessione e analisi politica, non di dileggio e arroganza. Il mio Pd, il Pd fatto di tante persone perbene e corrette non ha bisogno di arroganti e maleducati. Non siamo noi fuori posto; sono coloro che riducono l’agire politico e l’azione amministrativa a dileggio, paraculaggine e antipatia”.

Di rispetto per chi ha votato parla anche Luigi Marattin, sempre su Facebook: “Massimo rispetto per chi ha votato SÌ perché quella era la sua opinione sul quesito in oggetto. Rispetto anche per chi ha votato senza troppa attenzione al merito del quesito, ma solo per ‘lanciare un segnale’. Può piacere o meno (a me meno), ma è un diritto anche quello, e va rispettato. Ma non ho proprio nessun rispetto, invece, per chi per settimane ha riempito l’Italia di bugie (come fecero 5 anni fa con un altro referendum), raccontando agli elettori scenari apocalittici senza nessun fondamento. Non ho nessun rispetto per chi per settimane ha insultato con ferocia e arroganza: hanno accusato chiunque non la pensasse come loro di essere corrotti, ladri, pagati dai petrolieri. Qualche povero cretino ha pure augurato la morte”.

Per Paolo Calvano “L’Emilia-Romagna sull’art.38 e sulle politiche energetiche ha scelto una strada diversa da quella referendaria. Ha scelto di confrontarsi con il Governo chiedendo modifiche che poi in Legge di Stabilità sono arrivate (ad es. non più nuove trivellazioni sotto le 12 miglia e eliminazione potere sostitutivo del Governo rispetto alle comunità locali). Altri hanno scelto la via referendaria. Siccome occorre iniziare a trarre qualche conclusione: direi che, rispetto alla via referendaria, è stata più efficace la via scelta dalla nostra Regione”.

Sull’altro fronte, per l’attivista ambientalista Marzia Marchi “chi si gloria dell’astensione al referendum plaude all’ignoranza e al malaffare, che sono diventati i canoni guida di questo Paese”, ma guarda avanti pensando alla promozione dei referendum sociali e “per continuare a fare informazione sulla ignobile modifica della Costituzione che con il referendum di novembre Renzi vorrebbe ratificare a plebiscito”.

I grillini estensi dicono “grazie agli oltre 31 mila ferraresi che hanno detto SI alla democrazia e ad un futuro migliore”.

Ilaria Baraldi del Pd si mostra invece delusa da alcune reazioni politiche più che per il risultato del referenum: “Ho l’impressione che ci aspettassimo molto di più. Che ci saremmo meritati molto di più. Non parlo dei numeri del referendum. Parlo dello spessore politico della nostra classe dirigente”.

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