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4 Aprile 2016
A Palazzo strozzi esposizione fino al 24 luglio

Una “segreta” Peggy Guggenheim in mostra a Firenze

di Redazione | 4 min

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22di Maria Paola Forlani

Peggy Guggenheim nasce a New York il 26 agosto del 1898, da Benjamin Guggenheim e Florette Seligman. Benjamin Guggenheim (che nell’aprile del 1912 muore nell’affondamento del Titanic), contribuisce a creare, alla fine del XIX secolo, insieme al padre Meyer (di origine svizzera) e ai sette fratelli, un impero finanziario fondato sullo sfruttamento minerario, in particolare del rame. I Seligman sono invece un’importante famiglia di banchieri.

Peggy cresce a New York e nel 1921 comincia a viaggiare in Europa. Grazie a Laurence Vail (suo primo marito e padre dei due figli Sindbad e Pegeen, futura pittrice), Peggy si ritrova ben presto nel cuore della vita bohémienne parigina, insieme a parte della società americana espatriata e molti degli artisti conosciuti allora, quali Costatin Brancusi, Djuna Barnes e Marchel Duchamp, che sarebbero poi divenuti suoi amici. Nel 1938, consigliata dall’amica Peggy Waldman, Peggy apre una galleria d’arte a Londra che inaugura con una mostra di opere di Jean Cocteau, cui segue la prima personale di Vasily Kandinsky in Inghilterra. Nel 1939, stanca della galleria, Peggy decide di “aprire un museo d’arte contemporanea a Londra” con l’amico Herbert Read come direttore. Il museo dovrebbe seguire un percorso storico e la collezione dovrebbe basarsi su una lista di artisti stilata da Read e successivamente rivista da Duchamp e Nellie van Doesburg. Tra il 1939 e il 1940, Peggy è impegnata ad acquistare opere per il futuro museo, con il proposito di “comprare un quadro al giorno”. Ѐ allora che vengono acquistati alcuni dei capolavori della collezione, quali le opere di Francis Picabia, Georges Braque, Salvator Dalì e Piet Mondrian. Peggy sorprende Fernan Léger comprando il suo Uomini in città nel giorno in cui Hitler invade la Norvegia, e acquista Uccello nello spazio di Brancusi quando i tedeschi arrivano a Parigi. Nel luglio del 1941 Peggy abbandona la Francia occupata dai nazisti e torna negli Stati Uniti insieme a Marx Ernest che, pochi mesi più tardi, diventa il suo secondo marito (i due si separano nel 1943). Mentre continua ad acquistare opere per la sua collezione, Peggy cerca un nuovo spazio per il museo. Nell’ottobre del 1942 apre il museo-galleria Art of This Century sulla 57 ͣ strada, a New York. Progettata dall’architetto austriaco Frederick Kiesler, la galleria è costituita da sale espositive estremamente originali e ben presto diviene il centro d’arte contemporanea più interessante di New York. Ricordando la serata d’apertura Peggy scrive: “indossai un orecchino di Tanguy e uno di Calder, per dimostrare la mia imparzialità tra Surrealismo e Astrattismo”.

La galleria presenta la sua collezione d’arte cubista, astratta e surrealista, quella che oggi vediamo sostanzialmente esposta a Venezia. Organizza anche mostre temporanee dei più importanti artisti americani, allora sconosciuti, quali Robert Motherwell, William Baziotes, Mark Rothko, David Hare, Richard Pousette-Dart, Roberto De Niro Sr., Clyfford Still, e Jackson Pollock a cui è dedicata la prima personale nel 1943.

Pollock e gli altri artisti sono gli iniziatori dell’Espressionismo astratto americano ed è proprio ad Art of This Century che entrano in contatto con il Surrealismo, loro principale fonte d’ispirazione. Fondamentali rimangono comunque la spinta e il supporto dati a Peggy e da Howard Putzel, suo consulente nella galleria, ai membri
di questa nascente avanguardia newyorkese, che rappresenterà il primo movimento
Artistico americano di portata internazionale. Nel 1947 Peggy ritorna in Europa.

Nel 1948 la sua collezione viene esposta alla prima Biennale di Venezia del dopoguerra.

Proprio a Venezia acquista Palazzo Venier dei Leoni, sul canal Grande, dove si trasferisce e apre la sua collezione al pubblico, cominciando nel 1949 con la mostra di sculture esposte nel giardino. Nel 1950 organizza la prima personale di Pollock in Europa, nell’Ala Napoleonica di Museo Correr, a Venezia. Nel 1969 il Museo Solomon R. Guggenheim di New York la invita ad esporre lì la propria collezione, nella sede della celebre struttura a spirale progettata da Frank Lloyd Wright sulla Fifth Avenue. Peggy muore il 23 dicembre del 1979, all’età di ottant’un anni. Le sue ceneri sono sepolte in un angolo del giardino di Palazzo Venier dei Leoni, accanto al luogo in cui era solita seppellire i suoi adorati cani. Alla morte di Peggy, la Fondazione Solomon R. Guggenheim ha ampliato la sua casa, trasformandola in uno dei più affascinanti musei d’arte moderna del mondo.

“Come tutte le scelte umane importanti”, nota la critica, “le ragioni del suo trasferimento a Venezia probabilmente sono troppo complesse e contraddittorie per essere chiarite cercando prove documentabili”.

Eppure nelle sue memorie, Peggy Guggenheim con grande semplicità racconta: “Così come amavo Art of This Century [ la sua galleria di New York] amavo l’Europa ben più dell’America e quando la guerra finì sentii che dovevo tornare per forza, inoltre ero esausta per tutto il lavoro alla galleria, della quale ero diventata una specie di schiava […] andai a Parigi e poi a Venezia dove Mary McCarthy e suo marito, Bowden Broadwater, insistettero perché li accompagnassi. In viaggio decisi che Venezia sarebbe stata la mia patria futura: l’avevo sempre amata più di ogni altro posto su questa terra e sentii che lì da sola sarei stata felice”.

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