di Carolina Fiorini
Qual è la relazione tra crescita demografica e crisi economica? Se ne è discusso all’istituto di cultura Casa Cini, con l’ospite economista e banchiere Ettore Gotti Tedeschi, moderato da Andrea Botti, dell’ufficio pastorale familiare della diocesi di Ferrara, ed Enrico Pinamonti, avvocato e referente degli Amici del timone, che in apertura ha chiarito la questione già indagata sullo scandalo dilagato da un’affermazione del vescovo di Ferrara Luigi Negri che vedeva le pratiche d’interruzione alla vita (l’aborto) causa della crisi mondiale, affermazione che da Estense.com sconfinò oltreoceano per finere sul giornale Washington Post.
“La vicenda è stata arricchita di elementi – spiega Pinamonti – che hanno generato la polemica. È evidente che il nostro vescovo si riferiva a ciò che Gotti Tedeschi diceva, e dice ancora oggi”.
Quando si parla di vita – e di crescita demografica – la chiesa e gli uffici pastorali alzano la mano, spiegando che “un figlio per coppia non significa crescita demografica ma crescita in negativo – specifica Gotti Tedeschi -. La popolazione mondiale, in settant’anni si ridurrebbe del 40%. In Italia negli ultimi vent’anni abbiamo avuto 1,2 figli per coppia”.
Si ripercorre l’identità dell’uomo dalla nascita dell’umanità come “uomo disegnato da Dio” alla realtà odierna (“ove regna il caos”) di un uomo “consumatore di risorse, cancro della natura e peso insostenibile per l’economia”. Per far fronte alla crisi economica nazionale si improvvisano, in tono sarcastico, soluzioni drastiche: essendo salute e vecchiaia degli svuotatasche statali, “si dovrebbero sopprimere tutte le persone over-settanta per riportare all’attivo il bilancio nazionale. Se l’uomo non è figlio di Dio allora tutto è lecito, non dobbiamo meravigliarci”.
L’economista ospite dell’incontro ripercorre le teorie del ‘700 citando l’apporto di Malthus, secondo il quale “la crescita economica è sbagliata poiché incoraggia i bisogni artificiali e crea disuguaglianza tra le persone”. Le teorie malthusiane sono state il trampolino di lancio delle teorie darwiniane perché in situazioni di necessario adattamento vedeva i più forti favoriti alla sopravvivenza, teorie (quelle di Darwin) “che lasciano perplessi”.
La crescita economica significa benessere consumistico, ma anche investimenti per la cura del popolo: “il crollo della mortalità è un dato essenziale. Se decresce il pil si deve correggere il consumismo individuale portando a spendere i risparmi”.
Un altro fattore che ha incrementato la crisi è l’importazione, sulla quale l’Italia non ha saputo investire correttamente: “aumentando l’importazione si aumenta la ricchezza dei paesi esteri. Abbiamo deindustrializzato l’Europa e industrializzato l’Asia, dove i costi di produzione sono più bassi”.
Ettore Gotti batte l’incudine su più temi, dal fresco dibattito delle trivelle per i quali “il nostro Paese importa quasi l’80% di energia dagli altri paesi, per lo più Arabi”, arrivando fino al riscatto sul riconoscimento delle unioni civili, “unioni che negano la sovranità popolare, spero che il ministro Boschi duri pochissimo”.
In che modo può agire il singolo per dettare le fine della crisi? “Aspetto che me lo dica il Papa. Dovrebbe fare un nuovo editto di Costantino del 21esimo secolo con gli Stati Uniti, poiché il relativismo distruggerà il potere e il mondo senza la visione e la morale della chiesa cattolica smetterà di esistere”.
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